GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale
GNGTS 2017 S essione 3.2 609 Fig. 2 - Profilo di temperatura nel piezometro S20 con relativa stratigrafia (A); confronto tra le curve predette dal modello di Ge (1998) e i valori di temperatura osservati (cerchi grigi) nel piezometro S20 per differenti valori di δ (vedere testo) (B); Modello idrogeologico (C) (da Ge, 1998) e profilo di temperatura in profondità influenzato da circolazione di fluidi più caldi (ellisse in colore rosso) in zone di frattura (D) (da Ge, 1998). significativamente il campo di temperatura al di fuori della zona di frattura. Il profilo di temperatura teorico, calcolato mediante l’Eq. (1), è stato confrontato con i dati di temperatura osservata nel piezometro (Fig. 2B). I parametri assunti per il modello sono: ω = 70 °, T t = 14.0 °C , T b = 14.10 °C, L = 18 m, k = 1.54 Wm -1 K -1 , ρ = 1000 kg m –3 e c = 4186 J kg –1 K –1 . Il modello teorico che meglio approssima i dati osservati si ha per valori di δ compresi tra -9 e -6. Assumendo un’inclinazione della frattura pari a 70°, come suggerito da dati geologici di superficie, si ha che il numero di Peclét varia tra -7 e -10. Il valore negativo di � ���������� α suggerisce un flusso di acqua diretto verso l’alto, quindi più caldo, e la velocità lungo la zona di frattura risulta di 1−2 × 10 -7 m s -1 . Considerazioni conclusive. L’analisi di profili di temperatura ad alta precisione registrati in piezometri può essere un valido strumento per l’individuazione di zone fratturate o interessate da discontinuità tettoniche sepolte, che possono essere sede di flussi d’acqua sotterranea localizzata. L’anomalia dei dati di temperatura registrata nel piezometro ubicato in corrispondenza all’area di cava di Moncucco Torinese, alla profondità compresa tra 80 e 100 m, è ben modellata considerando una zona di frattura attraverso la quale fluidi a maggiore temperatura possono risalire verso la superficie. Questa evidenza è in accordo con i risultati dei più recenti studi geologici che dimostrano come proprio a Moncucco la ZDTT sia caratterizzata da significative deformazioni che interessano la successione sedimentaria affiorante (Gattiglio et al. , 2015). La risalita di fluidi più caldi e la conseguente circolazione idrica profonda conferma, come già ipotizzato, che questa discontinuità tettonica abbia notevole continuità verticale e rappresenti la manifestazione superficiale di strutture profonde (Forno et al. , 2015). L’applicazione di una soluzione analitica dell’equazione di trasporto di fluidi e calore ha consentito di ricavare che la
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