GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

GNGTS 2017 S essione 1.1 35 litologica come altrove accade nell’Appennino carbonatico. In questo lavoro vengono applicate metodologie paleosismologiche volte allo scopo di arricchire le conoscenze su tale faglia, ritenuta silente, ma capace di generare terremoti di Mw 6.6 in Galadini e Galli (2003) . Per raggiungere tale obiettivo è stato prima condotto un rilevamento volto all’individuazione di evidenze geologico-geomorfologiche che aiutassero a delimitare il blocco di letto della faglia. Vista la complessità litologica e la fitta vegetazione, al fine di restringere l’ampiezza della possibile zona di faglia da indagare, ci si è avvalsi anche di indagini di tomografia di resistività elettrica 2-D (ERT), per un totale di cinque linee (S.Te.G.A., 2017). In asse alle tomografie elettriche sono stati realizzati dei profili topografici di dettaglio con l’ausilio di un teodolite con distanziometro elettronico (stazione totale). Questo ha consentito di individuare in profondità il possibile piano di faglia e quindi di poter ubicare i siti per le trincee paleosismologiche. Come atto finale, si è passati all’apertura delle prime due trincee paleosismologiche, volte non solo a vincolare la geometria superficiale del segmento di faglia, ma anche all’eventuale definizione dei rigetti superficiale cosismici, della cronologia di fagliazione, dei ratei di scorrimento e dei tempi di ritorno. Quadro sismotettonico . Il sistema di faglie del Mt. Gorzano si propaga per un’estensione di circa 30 km al bordo del bacino intramontano di Amatrice e di quello di Campotosto, con faglie normali orientate NW-SE e immersione SW (Bachetti et al. , 1990; Galadini e Galli, 2000; Galadini e Galli, 2003; Boncio et al. , 2004). Nello specifico, ci si è soffermati sullo studio del segmento di faglia di Campotosto che si sviluppa per circa 7 km lungo il versante ovest del Monte di Mezzo (2155 m s.l.m.) e bordiero della depressione attualmente occupata dal lago artificiale di Campotosto. Il sistema di faglie, ipotizzato attivo già in Bachetti et al. (1990), Galadini e Galli (2000) e dimostrato tale in Galadini e Galli (2003), è localmente composto da tre splay sub- paralleli posti a diverse altezze (Galadini e Messina, 2001; Galadini e Galli, 2003; Fig. 1). Il bacino intramontano di Campotosto è situato fra le aree epicentrali di alcuni tra i più importanti terremoti storici dell’Appennino centrale (vedi in CPTI2015. Galli et al. , 2011, 2016, 2017), ma storicamente la faglia non sembra avere generato nessun evento di Mw>6. Tuttavia, durante la sequenza sismica del 2009, originata dal sistema di faglie di Paganica- San Demetrio (6 aprile 2009, Mw 6.1), il 9 aprile la terminazione meridionale della faglia di Campotosto ha dato luogo ad un evento di Mw 5.3 (Galli et al. , 2011; Chiaraluce et al. , Fig. 1 - Veduta panoramica della trincea aperta da Galadini e Galli (2003) nel 1998 e che permise agli autori di definire l’attività olocenica della faglia.

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