GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

GNGTS 2017 S essione 1.1 39 molte di queste faglie hanno dato luogo a fenomeni di fagliazione di superficie con rigetti decimetrici rastremantisi verso i tip di ciascun segmento, con un massimo di oltre 2 m in alcuni tratti della master fault (p.e., cordone del Vettore). Oltre a queste faglie, è possibile che lo sprofondamento del blocco di tetto sia stato accomodato anche da numerose altre faglie presistenti e favorevolmente orientate, non necessariamente facenti parte o direttamente radicate al sistema di faglie del Monte Vettore. Alcune di queste appartengono addirittura ad un altro sistema di faglie attive, quello di Norcia (Galadini e Galli, 2000), responsabile in passato di terremoti catastrofici (Galli et al. , 2005), ma questa volta solo in parte mobilizzato passivamente al margine occidentale del volume crostale interessato dalla rottura del 2016. Altre invece, come detto, sono semplicemente favorevolmente orientate rispetto al tensore dello stress vigente ed hanno localmente accomodato parte della deformazione, generando modesti e discontinui fenomeni di rotture superficiali. Il caso della galleria San Benedetto . Esiste dunque la possibilità che una di queste faglie, la mattina del 30 ottobre, abbia intercettato, dislocandola, la galleria di San Benedetto, la più importante via di comunicazione tra la regione nursina e le Marche, il Lazio, l’Abruzzo e più in generale l’Italiameridionale. La galleria è a canna singola, lunga 4400m in direzioneWNW-ESE. Ha una sezione circolare con raggio all’intradosso del rivestimento di 5.1 m e piano d’imposta dei piedritti 2.1 m più in basso del centro della sezione. L’ammasso roccioso attraversato dalla galleria è costituito da rocce carbonatiche del Lias Inferiore e Medio appartenenti alla successione Umbro-Marchigiana. In particolare, la formazione del Calcare Massiccio è stata interessata dall’imbocco della galleria lato Norcia fino alla progressiva 720, per poi passare alle megabrecce della formazione della Corniola. Lo scavo è stato realizzato con esplosivo successivamente allo scavo di un tunnel pilota con una fresa meccanica a piena sezione (TBM). Il rivestimento di prima fase è costituito prevalentemente da una fascia di roccia stabilizzata con bulloni collegati in testa da spritz-beton e rete elettrosaldata, mentre il rivestimento di seconda fase è stato realizzato con calcestruzzo non armato. Tra i due rivestimenti è stato realizzato un manto impermeabilizzante in PVC. È importante notare che la galleria non ha l’arco rovescio; questo ha comportato che la deformazione indotta dal movimento della presunta faglia fosse chiaramente leggibile sul fondo della galleria, direttamente appoggiato tramite uno spessore di riempimento di inerti alla roccia in posto, e meno immediata sulle pareti rigide dei piedritti e della volta. Di fatto, mentre il piano stradale ed i marciapiedi presentavano un gradino di circa 20 cm (Figg. 1 e 2) all’incirca perpendicolare alla carreggiata (N-S) - assimilabile al rigetto della faglia sul fondo della galleria ed associato ad uno spostamento orizzontale sinistro di 13 cm - le pareti presentavano un quadro complesso di fratture a 45°, immergenti ad ovest, che rifletteva la risposta rigida del rivestimento in calcestruzzo alla deformazione dell’intero tratto della canna attraversato dalla faglia. Considerandoche la cartografiageologica esistentenon riporta alcuna faglia incorrispondenza di quella osservata in galleria (Pierantoni et al. , 2013), al fine di comprendere meglio la natura del fenomeno è stato svolto un rilevamento geologico e strutturale dell’area sovrastante e circostante il tratto di galleria, tra il Monte Serra a sud, il Monte Serrone e il Monte Ventosola a nord. Lo scopo era quello di identificare possibili elementi tettonici cosismici (fratture e faglie) Fig. 2 - Profilo topografico di dettaglio eseguito sul fondo stradale attraverso la dislocazione della galleria. Il rigetto misurato è pari a 20 cm, cui si devono aggiungere 13 cm di componente orizzontale sinistra.

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