GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

40 GNGTS 2017 S essione 1.1 eventualmente raccordabili o riconducibili alla dislocazione in profondità. Purtroppo, l’area più prossima alla galleria, circa 250 m sulla verticale della stessa, corrisponde al versante nord della Valle Canepine, interamente coperto da vegetazione fittissima, con un sottobosco composto da uno spesso manto di foglie e arbusti che - nonostante i reiterati sopralluoghi - non ha consentito il riconoscimento di eventuali fratture o altro. Per contro, sia sulla prosecuzione settentrionale che su quella meridionale della presunta faglia in profondità, sono stati riconosciuti numerosi, seppur discontinui indizi ed evidenze associabili alla rottura di un tratto lungo circa 4 km della stessa. In alcuni casi l’esistenza di una rottura cosismica è data dalla fratturazione del piano in asfalto di più strade che intersecano la fascia di deformazione N-S, quasi sempre in corrispondenza di piani di faglia in roccia isorientati, oggetto di analisi geostrutturale. In altri casi è stata osservata la presenza di fratture beanti nel terreno e in alcuni manufatti attraversati, talvolta con un rigetto centimetrico verso est. In un caso, il più significativo, un set di fratture beanti con rigetto anche di 10-20 cm verso est è stato seguito con continuità per circa 600 m. Tale set è compatibile con la rottura in superficie di una struttura raccordabile a quella osservata in galleria. Conclusioni. La dislocazione cosismica che ha interessato la galleria di San Benedetto, interrompendone la funzionalità, è il primo caso noto di fagliazione di una tale opera in Italia, ed una delle poche note al mondo. La faglia che si potrebbe essere mobilizzata - tuttora in corso di studio - appartiene ad una struttura orientata circa N-S a cinematica prevalentemente normale, con componente sinistra, così come previsto dal campo di stress estensionale dominante nella regione e con un σ3 orientato NW-SE. Da un punto di vista meramente tettonico, la faglia potrebbe far parte di una delle strutture antitetiche del sistema di faglie del Monte Vettore, anche se, molto più prosaicamente, potrebbe trattarsi di una zona di taglio preesistente che ha accomodato localmente la deformazione del blocco crostale di tetto sprofondato il 30 ottobre di diversi decimetri. Le ipotesi formulate in questa nota sono suscettibili di conferme o smentite in attesa di ulteriori approfondimenti ricavabili da: - verifiche da effettuare nel corso dei lavori di ripristino del rivestimento di calcestruzzo della galleria. Tali lavori, già in corso, prevedono la demolizione ed il rifacimento del rivestimento definitivo in calcestruzzo, per un tratto di 25 m a cavallo della rottura. Questo renderà possibile verificare la presenza del piano di taglio lungo l’intera sezione in roccia della galleria, dalla calotta ai piedritti; - scavi mirati nei tratti di rottura superficiale identificati in superficie nel corso dei rilevamenti pregressi. Bibliografia Calamita F. Pizzi A., Roscioni M.; 1992. I fasci di faglie recenti ed attive di M. Vettore-M. Bove e di M. Castello-M. Cardosa (Appennino Umbro-Marchigiano) , St. Geol. Cam., special issue 1992/1, 81-95. Chiaraluce L. et alii; 2017. The 2016 Central Italy seismic sequence: a first look at the mainshocks, aftershocks, and source models , Seism. Res. Lett., 88, 757-771. Galadini F. & Galli P.; 2000. Active tectonics in the central Apennines (Italy) – Input data for seismic hazard assessment , Natural Hazards, 22, 202-223 Galadini F. & Galli P.; 2003. Paleoseismology of silent faults in the central Apennines (Italy): the Mt. Vettore and Laga Mts. Faults , Annals of Geophysics, 46, 815-836. Galli P., Castenetto S., Peronace E.; 2017. The macroseismic intensity distribution of the October 30, 2016 earthquake in central Italy (Mw 6.6). Seismotectonic implications , Tectonics, DOI:10.1002/2017TC004583 Galli P. & Galadini F.; 2001. Surface faulting on archaeological relics. A review of case histories from Dead Sea to Alps , Tectonophysics, 335, 291-312. Galli P. & Galadini F.; 2003. Disruptive earthquakes revealed by faulted archaeological relics in Samnium (Molise, southern Italy), Geophys. Res. Lett., 30(5), 1266, doi:10.1029/2002GL016456. Galli, P.A.C., Giocoli, A., Naso, J.A., Piscitelli, S., Rizzo, E., Capini, S., e Scaroina, L., 2010; Faulting of the Roman aqueduct of Venafrum (southern Italy): Methods of investigation, results, and seismotectonic implications , in Sintubin, M., Stewart, I.S., Niemi, T.M., and Altunel, E., eds., Ancient Earthquakes: Geological Society of America Special Paper 471, p. 233–242, doi: 10.1130/2010.2471(19).

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