GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

GNGTS 2017 S essione 1.1 41 Kontogianni V., Stiros S.; 2003. Earthquakes and Seismic Faulting: Effects on Tunnels, Turkish Journal of Earth Sciences , Turkish J. Earth Sci., 12, 1-27. Pierantoni P.P., Deiana G., Galdenzi S.; 2013. Geological map of the Sibillini Mountains (Umbria-Marche Apennines, Italy), Firenze : Litografia Artistica Cartografica, 2013. Prentice C. & Ponti D.; 1997. Coseismic deformation of the Wrights tunnel during the 1906 San Francisco earthquake: A key to understanding 1906 fault slip and 1989 surface ruptures in the southern Santa Cruz Mountains, California . Journal of Geophysical Research 102, 635Ð648. RCMT; 2016: European-Mediterranean RCMT Catalog, web page: http://www.bo.ingv.it/RCMT/ SCEDC; 2017. Kern County Earthquake , http://scedc.caltech.edu/significant/kern1952.html QUANTE VOLTE FIGLIOLA? CONFESSIONI SIBILLINE DI UNA GIOVANE FAGLIA P. Galli 1,2 , A. Galderisi 3 , E. Peronace 2 , B. Giaccio 2 , I. Hajdas 4 , P. Messina 2 , F. Polpetta 2 1 Dipartimento Protezione Civile, Roma 2 CNR-IGAG, Roma 3 UNICAM, Camerino 4 ETHZ-HPK, Zurigo, Svizzera Introduzione. Le faglie attive italiane - vuoi per i loro modesti ratei di movimento e per le litologie poco conservative dei terreni in affioramento, vuoi per le dilaganti coperture arboree e per le millenarie rivoluzioni agricole che ne hanno dissimulato le scarpate tra mille forme antropiche - mostrano spesso un sotterraneo pudore non solo nel rivelarsi agli occhi del geologo, ma - una volta scoperte - anche nel raccontare le proprie vicende tardo quaternarie e le loro storie sismiche. D’altra parte, colte sul fatto, non possono che confessare quanto commesso fino ad oggi. I terremoti distruttivi che hanno colpito l’Appennino centrale nell’agosto-ottobre 2016 (Io XI MCS; Galli et al. , 2017) sono stati generati dal sistema di faglie dirette del Monte Vettore (Calamita et al. , 1992; Galadini e Galli, 2000). La dislocazione in profondità ha raggiunto la superficie sia in occasione dell’evento del 24 agosto (Mw 6.2: RCMT, 2016; segmenti sud del sistema) che in quello del 26 ottobre (Mw 6.1: RCMT, 2016; segmenti nord del sistema), ma sopratutto durante il terremoto del 30 ottobre (Mw 6.57, RCMT, 2016), quando l’intero sistema di faglie si è rimobilizzato da NNW a SSE, producendo circa 25 km di fagliazione di superficie. La rottura è stata istantanea (Wilkinson et al. , 2017) ed ha interessato non solo i segmenti principali e secondari già indicati dagli Autori in precedenza, ma anche diversi splays sintetici ed antitetici poco o punto conosciuti, alcuni lunghi diversi chilometri. I rigetti in superficie sono stati per lo più decimetrici (vs una media di 1.3 m in profondità con un massimo di 2.6 m; Chiaraluce et al. , 2017), con picchi eccedenti 2 m limitatamente a un tratto del cordone del Vettore, la scarpata di faglia in roccia prospiciente il Piano Grande di Castelluccio. L’attività olocenica della faglia del Monte Vettore e la sua potenzialità nel generare terremoti di Mw 6.5 era stata già anticipata in Galli e Galadini (1999) e definita poi in dettaglio in Galadini e Galli (2003). Tramite lo scavo di tre trincee paleosismologiche aperte nel 1998 attraverso uno splay sintetico sconosciuto della master fault , questi autori individuarono l’occorrenza di due eventi di dislocazione cosismica nel tardo Olocene, preceduti da altri successivi all’Ultimo Massimo Glaciale (UMG). Lo splay in questione era quello di Prate Pala, nel Piano Grande di Castelluccio, associato a una scarpata di faglia alta 2-3 m nei depositi di un conoide polifasico successivo all’UMG (Fig. 1). Questo stesso splay ha registrato un rigetto centimetrico (fino a 13 cm di free-face , ma con 50 cm di warping areale) in occasione del mainshock del 30 ottobre 2016, per oltre 1 km di

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