GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

GNGTS 2017 S essione 1.1 45 senza apparente rigetto, ma con beanza di 5-10 cm. Al di sopra del substrato calcareo, lo scavo ha esposto un suolo idromorfo argilloso di colore verde chiaro, seguito da depositi argilloso- sabbiosi di ambiente palustre, oltre che colluvi pedogenizzati e suoli. L’analisi dei depositi fagliati ha permesso di riconoscere l’evento del 2016, marcato da un set di fratture beanti sino a piano campagna associate a un debole warping di tutta la successione. Un penultimo evento è testimoniato invece dalla fagliazione di un orizzonte palustre pedogenizzato, sigillato al di sopra da colluvi storici. Un terzultimo evento è infine evidenziato dalla fagliazione di un livello sabbioso-limoso sottostante, troncato e sigillato dall’unità soprastante. Un quartultimo evento è ipotizzabile sulla base della presenza di un cuneo colluviale fatto a spese del suolo idromorfo affiorante nel blocco di letto. Anche qui le età radiocarbonio non hanno dato risultati conclusivi, fornendo tuttavia un termine post quem robusto per il penultimo evento, avvenuto dopo il I secolo AD, ma prima della deposizione di un colluvio contenente ceramica alto medievale. Il terzultimo evento è invece avvenuto prima del IV secolo BC e un tempo indefinibile dopo il VI millennio BC. Anche qui ulteriori datazioni sono in corso. Discussione e conclusioni. Le informazioni ricavate dalla faglia antitetica di San Lorenzo nelle tre trincee aperte nella primavera 2017 permettono di delineare una storia sismica millenaria del sistema di faglie responsabile della devastante sequenza del 2016. Assumendo che questa struttura antitetica si muova sempre di conseguenza alla faglia principale, e che così accada anche allo splay sintetico di Prate Pala, comparando e integrando i dati raccolti nelle tre trincee scavate nel 1998 con quelli attuali, è possibile restringere gli intervalli di incertezza temporale di ciascun evento di fagliazione e definire anche un tempo di ritorno per terremoti di Mw 6.6. Così facendo, il penultimo evento è collocabile tra fine III e IV secolo AD, ci piace pensare successivamente al 270 AD, terminus post quem suggerito da un ripostiglio monetale rinvenuto nel XVII secolo nell’agro di Castelluccio. Il terzultimo al passaggio tra II e III millennio BC. Il quartultimo forse al termine del IV millennio BC ed un quintultimo tra IV e VI millennio . I tempi di ritorno, dunque, sono ultramillenari, tipici di una faglia silente qual era fino al 2016 quella del Monte Vettore, al pari di quelle del Gran Sasso e del Monte Morrone (Sulmona). In particolare, considerando gli ultimi cinque eventi, il tempo di ricorrenza per eventi di Mw 6.6 è inferiore a 2000 anni, simile appunto a quello della faglia del Monte Morrone (2400 anni; Galli et al. , 2015), quest’ultima silente dal II secolo AD. Le datazioni ancora in corso permetteranno, forse, una migliore definizione degli eventi descritti. Bibliografia Calamita F. Pizzi A., Roscioni M.; 1992. I fasci di faglie recenti ed attive di M. Vettore-M. Bove e di M. Castello-M. Cardosa (Appennino Umbro-Marchigiano) , St. Geol. Cam., special issue 1992/1, 81-95. Chiaraluce L. et alii; 2017. The 2016 Central Italy seismic sequence: a first look at the mainshocks, aftershocks, and source models , Seism. Res. Lett., 88, 757-771. Galadini F. & Galli P.; 2000. Active tectonics in the central Apennines (Italy) – Input data for seismic hazard assessment , Natural Hazards, 22, 202-223 Galadini F. & Galli P.; 2003. Paleoseismology of silent faults in the central Apennines (Italy): the Mt. Vettore and Laga Mts. Faults , Annals of Geophysics, 46, 815-836. Galli P. & Galadini F.; 1999. Seismotectonic framework of the 1997-98 Umbria-Marche (Central Italy) earthquakes . Seismological Res. Letters, 70, 404-414. Galli P., Giaccio B., Messina P., Peronace E.; 2015. Holocene Paleoearthquakes and Early-Late Pleistocene Slip-Rate on the Sulmona Fault (Central Apeninnes, Italy), Bull. Seism. Soc. Am., 105(1), 1-13. Galli P., Castenetto S., Peronace E.; 2017. The macroseismic intensity distribution of the October 30, 2016 earthquake in central Italy (Mw 6.6). Seismotectonic implications , Tectonics, DOI:10.1002/2017TC004583 Pierantoni P.P., Deiana G., Galdenzi S.; 2013. Geological map of the Sibillini Mountains (Umbria-Marche Apennines, Italy), Firenze : Litografia Artistica Cartografica, 2013. RCMT; 2016: European-Mediterranean RCMT Catalog, web page: http://www.bo.ingv.it/RCMT/ Wilkinson M.W. et alii; 2017. Near-field fault slip of the 2016 Vettore Mw 6.6 earthquake (Central Italy) measured using low-cost GNSS , Scientific Reports, 7, 4612, 7 pp.

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=