GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

54 GNGTS 2017 S essione 1.1 quello che già si conosceva, limitandosi a riportare solo in alcuni casi (1863, 1867 e 1980) notizie inedite tratte da giornali. Tuttavia, per il solo terremoto del 1980, questi dati migliorano la conoscenza di questo evento, i cui parametri erano riferiti solo a dati di tipo strumentale, senza notizie macrosismiche. Per gli altri terremoti la revisione dei dati già conosciuti ha comunque portato a modifiche sostanziali in termini di valore di intensità delle scosse. L’unico terremoto inedito ai cataloghi sismici (Baratta, 1901; CNR-PFG, 1985) che non era mai stato prima inserito nei cataloghi sismici moderni (GNDT, 1997; CPTI, 1999), seppur conosciuto in bibliografia (Buchner, 1986), è il terremoto avvenuto nel 1275. Guidoboni e Comastri (2005), tramite un adeguato studio, ne hanno determinato con precisione la data. L’unica fonte primaria non riporta comunque notizie dettagliate sui i danni riportati sull’isola. La versione più aggiornata del CPTI (2015) riporta per l’isola d’Ischia le 12 scosse più forti avvertite sull’isola d’Ischia. La tabella 1 rappresenta la sintesi di queste scosse, così come sono state riportate nei vari cataloghi, evidenziando le variazioni apportate nel tempo per i valori di intensità in scala MCS e di magnitudo. Tab. 1 - Confronto dei cataloghi sismici. In grassetto sono riportati i para-metri dei terremoti revisionati di volta in volta. Molin et al. non calcolano la magnitudo. Mm=Magnitudo Macrosismica; ML=Magnitudo Locale; Ms=Magnitudo Superficiale; Mw=Magnitudo Momento. La sismicità dell’Isola d’Ischia ha caratteristiche prettamente di tipo vulcanico. Si verificano generalmente terremoti di bassa magnitudo (non più di 2.5; vedi sito INGV - Centro Nazionale Terremoti) e molto superficiali. I terremoti più forti superano di poco M=4 (vedi Tab. 1). L’ipocentro non va oltre i due chilometri di profondità (SSN, 1998), in quanto la presenza di camere magmatiche molto superficiali (Piochi, 1995) con conseguenti elevate temperature già a 2 km di profondità, non permettono di avere le condizioni reologiche nelle rocce per dare origine a dei terremoti. Fanno eccezione solo pochi terremoti che hanno avuto epicentro in mare al largo di Ischia (terremoto del 1980). L’origine di questi terremoti può considerarsi di origine tettonica vista la profondità degli ipocentri. Alessio et al. (1996) hanno localizzato gli epicentri dei terremoti maggiori (1762, 1796, 1828, 1881 e 1883) e di altri 80 eventi tra principali e repliche (I<VII MCS) tutti concentrati prevalentemente in una stretta fascia orientata E-O, con area di circa 2 km 2 , delimitante il margine settentrionale del Monte Epomeo. L’area è compresa tra le località Fango, Maio, Bagni, Gran Sentinella e La Rita. Pochi altri eventi di minore intensità (I<VI) hanno epicentri macrosismici localizzati negli altri settori costieri dell’isola.

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