GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

GNGTS 2017 S essione 1.1 55 Secondo Alessio et al. (1996) i campi macrosismici dei terremoti presentano alcune caratteristiche ricorrenti. Allungamento delle isosiste in direzione E-O con gradiente massimo posto N-S. Verso nord e verso est si osserva una brusca riduzione dell’intensità, anche superiore a 3 gradi MCS in meno di un chilometro. In particolare, il settore orientale risente minimamente gli effetti anche di terremoti di grande intensità. L’assenza di risentimento verso est è probabilmente legata alla presenza di una struttura meridiana che divide il M. Epomeo dalla parte E dell’isola. I terremoti forti con epicentri ad Ischia, infatti, presentano una forte attenuazione dell’intensità. Il terremoto del 1828 (Io=VIII-IX, Mw=4.01) a Procida ed a Napoli non fu avvertito. Il terremoto del 1883 (Io=IX-X, Mw=4.26) fu avvertito con l’intensità di VI grado MCS a Procida e di V a Napoli (CPTI, 2015). Manca uno studio adeguato che revisioni lo stato attuale delle conoscenze, per definire al meglio le caratteristiche del terremoto tipico ischitano. Valutare altresì il rischio sismico delle località ischitane, tramite il supporto di nuovi dati di risentimento, studiando ad hoc tutta la sismicità dell’isola. A questo proposito, Mastino (2003; 2013) aveva già messo in evidenza le forti lacune dei cataloghi e degli studi scientifici pre-cataloghi. In questi lavori, l’autore ha revisionato alcune scosse (1228, 1302, 1762, 1796, 1863, 1867), ha descritto terremoti poco conosciuti (1577, 1587, ?1622, 1711) e portato alla luce nuovi terremoti precedentemente sconosciuti (1631, 1635, ?1731 o ?1739, 1768, 1800, 1806, 1830 e 1833). Tra questi terremoti storici, uno dei più interessanti da studiare sarebbe quello del 1635 (vedi Fig. 1), in cui si ha notizia del crollo di una chiesa (senza definizione della località). Oltre a questo, ll terremoto del 1768 che viene definito come forte scossa ed infine quello del 1800 che essendo stato risentito fino a Napoli può aver causato danni sull’isola. Sarebbe inoltre importante studiare i terremoti del 1557 (Campagnano) e del 1767 (Rotaro) che hanno causato danni in località differenti dall’area a nord dell’Epomeo (Casamicciola Terme - Lacco Ameno). Per questi due terremoti si hanno scarne informazioni ed un’unica fonte (D’Ascia, 1867). Per quanto riguarda l’attività sismica dopo il 1900, il catalogo del CNR-PFG risulta comunque lacunoso ed impreciso. Di fatto, si ha contezza di terremoti dimenticati e sconosciuti ai cataloghi anche nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, nella maggioranza senza notizie di danni gravi associati. Bibliografia Alessio G., Esposito E., Ferranti L., Mastrolorenzo G. & Porfido S. (1996). Correlazione tra sismicità ed elementi strutturali nell’Isola d’Ischia. Il Quaternario, 9 (1), 303-308. Baratta M. (1897). Materiali per un catalogo dei fenomeni sismici avvenuti in Italia (1800-1872). Mem. Soc. Geogr. It., 7, parte I, 81-164. Roma. Baratta M. (1901). I terremoti d’Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia sismica italiana con 136 sismocartogrammi.Torino, Fratelli Bocca Editori, pp. 950 + errata corrige. Buchner G. (1986). Eruzioni vulcaniche e fenomeni vulcano-tettonici di età preistorica e storica nell’Isola d’Ischia. In: “Eruptions volcaniques, tremblements de terre et vie des hommes dans la Campanie Antique”, Pubbl. n. 7 (Napoli, Centre J. Bérard), 145-188. CNR/PFG (Postpischl D. ed.) (1985). Catalogo dei terremoti italiani dall’anno 1000 al 1980. C.N.R., Progetto Finalizzato Geodinamica, Quad. Ric. Scient., n. 114-2B. Bologna, pp. 239. Fig. 1 - Stralcio della Gazette de France , ove si riporta la notizia della caduta di un campanile a Ischia per una scossa.

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=