GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale

GNGTS 2018 S essione 1.1 105 SISMICITÀ DEL MOLISE ED AREE LIMITROFE DAL 2013 AL 2018: NUOVE CONOSCENZE SISMOTETTONICHE B. Trionfera 1 , A. Frepoli 2 , G. De Luca 2 1 Università La Sapienza - Roma, Italy 2 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Osservatorio Nazionale Terremoti, Italy L’area molisana negli ultimi anni è stata interessata da un incremento dell’attività sismica. In questo studio abbiamo analizzato 3972 eventi (31.471 fasi P e 24.518 fasi S) integrando i dati della Rete Nazionale INGV con quelli delle stazioni temporanee della Rete Mobile INGV e di una rete sismica regionale (Rete Sismica d’Abruzzo, RSA; De Luca, 2011). Da questo dataset iniziale abbiamo ottenuto 3332 eventi di qualità A ( output di Hypoellipse; Lahr, 1989) i quali vengono presentati in questo lavoro. I terremoti sono stati rilocalizzati grazie ad un modello di velocità 1D valido per questo settore appenninico (modello SLAM, Frepoli et al ., 2017) ottenuto da un algoritmo genetico a partire da un vasto database sismico. Abbiamo inoltre, per alcuni cluster , applicato la tecnica di rilocalizzazione relativa con HypoDD (Waldhauser & Ellsworth, 2000). Sono stati calcolati 110 meccanismi focali con i quali riusciamo ad aumentare le conoscenze del quadro sismotettonico dell’area. A partire dalla fine del mese di Dicembre del 2013, nei pressi di San Gregorio Matese e Piedimonte Matese (CE), ha avuto inizio una sequenza con più di 900 eventi e con un mainshock di M w 5.0. Questa attività sismica è durata per poco più di due mesi (Fig. 1). A differenza dei recenti lavori su questa sequenza (Ferranti et al ., 2015; Di Luccio et al ., 2018) noi presentiamo un dataset completo di tutta la microsismicità generata da essa grazie anche alle due stazioni temporanee installate il giorno successivo al mainshock . La grande quantità di dati unitamente al migliore modello di velocità usato per quest’area (modello SLAM), ha consentito di ottenere delle localizzazioni migliori rispetto ai lavori precedenti. Gli ipocentri rientrano nelle classiche profondità crostali (6-16 km) di tutte le sequenze appenniniche di natura puramente tettonica. La struttura sismica individuata presenta un’immersione ad alto angolo verso SW. Negli anni successivi, la sismicità ha interessato anche il settore nord-orientale del Matese con una magnitudo massima di M w 4.3 presso le località di Baranello e Vinchiaturo (CB). In questo caso si sono manifestati anche alcuni eventi più profondi con andamento sub-verticale nell’intervallo tra i 22 ed i 38 km (Fig. 2). Questa attività della crosta inferiore rientra nel settore dove la Moho adriatica raggiunge i 40 km. Nel periodo 2014-2017 l’area del Beneventano ha avuto una sua sismicità di rilievo (M L max 3.0). Si sono attivate 4 strutture sismiche di cui una più spostata verso NE con profondità ipocentrali comprese tra i 20 ed i 28 km e con soluzioni focali di tipo strike-slip . Per gli altri tre cluster con sismicità più superficiale la maggior parte degli eventi sono caratterizzati da soluzioni focali di tipo puramente estensivo con assi T orientati in direzione antiappenninica. Dalla fine di Novembre del 2017 fino a Febbraio 2018 si è manifestata una sequenza sismica nel settore di Vastogirardi-Carovilli (IS) con un massimo di magnitudo M L 2.9. Anche questa sismicità rientra nel settore caratterizzato da estensione in direzione antiappenninica con profondità ipocentrali comprese tra gli 8 ed i 18 km. In questo caso la sismicità sembra avere un andamento piuttosto sub-verticale. Per la rilocalizzazione degli eventi della sequenza di Vastogirardi-Carovilli è stata fondamentale la presenza delle stazioni della RSA. Più ad Est è stata rilocalizzata la sismicità di un cluster in prossimità di San Marco la Catola (FG) e Gambatesa (CB) al confine tra Puglia e Molise. Qui gli eventi raggiungono profondità tra i 16 ed i 32 km con un massimo di magnitudo M w 3.5. In questo settore, osservando i meccanismi focali, entriamo in un campo di stress di trascorrenza destra che è già stata osservata per la sismicità di Potenza del 1990-1991 (Ekstrom, 1994) e quella di San Giuliano di Puglia nel 2002 (Di Luccio et al ., 2005). Anche la recente sismicità di Montecilfone-Larino (CB), osservata nel Molise settentrionale ad Aprile con un M w 4.3 ed ad Agosto 2018 con un M w 4.6 ed un 5.1, rientra in questo regime

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