GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale
GNGTS 2018 S essione 1.1 143 la struttura del bacino di Bojano verso NO ed è bordata da un sistema di faglia diretto, sepolto, che la limitano alla base del versante (Fig. 1). Quest’area è stata colpita in epoca storica da forti terremoti e gli eventi con intensità maggiore sono: il terremoto del 5 dicembre 1456 ( I= XI MCS; M w = 7.2; Meletti et al. , 1988-89; Locati et al. , 2016), che interessò l’Italia centro- meridionale, il terremoto del 5 giugno 1688 (I=XI MCS, M w =7.06; Serva 1985; Locati et al. , 2016), che ebbe come area epicentrale il Sannio, ed il terremoto del 26 Luglio 1805 ( I=X MCS; M w = 6.68; Locati et al. , 2016), conosciuto come il terremoto di S. Anna che ebbe come area epicentrale la piana di Bojano. Questi eventi sono caratterizzati non solo da un elevato ed esteso livello di danneggiamento, ma anche da numerosi effetti ambientali, sia a carattere primario sia secondario (Esposito et al. , 1987; Porfido et al. , 2007). In particolare, esistono studi di dettaglio per l’evento del 1688 e per l’evento del 1805 (Porfido et al. , 2002; Porfido et al. , 2007; Serva et al. , 2007), che hanno permesso l’individuazione di fagliazioni superficiali, fratture, frane, liquefazioni e variazioni idrologiche. Alcuni dei fenomeni sismoindotti individuati risultano ubicati in corrispondenza del sistema di faglie dirette dell’area in esame (Michetti et al. , 2000). Inoltre, dettagliate indagini paleosismologiche indicano l’occorrenza, negli ultimi 3000 anni circa, di almeno tre devastanti terremoti (con M≥6.5) in grado di produrre fagliazione superficiale, corrispondenti ai terremoti del 1456, 1805 ed a un terremoto meno conosciuto avvenuto circa 2600 anni B.P (Blumetti et al. , 2000; Galli et al. , 2017; Galderisi et al. , 2017). Analisi dei dati. La tecnica di indagine GPR (Ground Penetrating Radar) è tra i metodi geofisici più utilizzati per lo studio dei primi metri del sottosuolo e trova applicazione in diversi ambiti, dalla geologia, alla geotecnica, all’idrogeologia e all’archeologia. In questa indagine è stato impiegato il metodo elettromagnetico impulsivo utilizzando il GPR ultradeep “Loza 2N”, un Georadar di ultima generazione ancora poco conosciuto (Voronin et al. , 2015). Questa particolare tecnica di prospezione georadar è all’avanguardia e offre diversi vantaggi rispetto alle prospezioni georadar classiche. Attraverso antenne a bassa frequenza (10 MHz), come quelle di cui è dotato il Loza, è possibile eseguire analisi stratigrafiche profonde fino a circa 400 m, differentemente dagli altri strumenti GPR che riescono ad indagare, in condizioni ottimali, Fig. 2 - Ubicazione dei 5 profili lungo i quali sono state effettuate le misure GPR ultradeep “Loza 2N”.
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