GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale

GNGTS 2018 S essione 1.1 159 Gasparini C., G Iannaccone, Scarpa R.; 198: Fault-plane solutions and seismicity of the Italian peninsula. Tectonophysics, 117, 59– 78. Gaudiosi G., Alessio G., Cella F., Fedi M., Florio G., Nappi R.; 2012: Multiparametric data analysis for seismic source identification in the Campanian area: merging of seismological, structural and gravimetric data. Bollettino di Geofisica Teorica ed Applicata, Vol. 53, n. 3, pp. 283-298, doi: 10.4430/bgta0050. Luiso, P., Paoletti, V., Nappi, R., La Manna, M., Cella, F., Gaudiosi, G., Fedi, M., Iorio, M.; 2018: Amultidisciplinary approach to characterize the geometry of active fault: the example of Mt. Massico, Southern Italy. Geophys. J. Int., 213, 1673-1681, doi: 10.1093/gji/ggy080. Milano G., Petrazzuoli S., Ventura G.; 2004: Effect of the hydrothermal circulation on the strain field of the Campanian Plain (southern Italy). Terra Nova, Vol. 00, No. 0, 1-5, doi: 10.1111/j.1365-3121.2004.00556.x. Milano G., Di Giovambattista R. Ventura G.,; 2008: Seismic activity in the transition zone between Southern and Central Apennines (Italy): evidences of longitudinal extension inside the Ortona – Roccamonfina tectonic line. Tectonophysics, 457, 102-110, doi: 10.1016/j.tecto.2008.05.034. Milia, A., Torrente, M.M., Russo, M. & Zuppetta, A,; 2003: Tectonics and crustal structure of the Campania continental margin: relationships with volcanism, Mineral. Petrol., 79(1–2), 33–47. Montone P. and Mariucci M.T.; 2016: The new release of the Italian contemporary stress map, Geophys. J. Int., 205(3), 1525–1531. Romano P., Santo A., Voltaggio M.; 1994: L’evoluzione geomorfologica della piana del fiume volturno (Campania) durante il tardo Quaternario (Pleistocene medio-superiore-olocene. In Il Quaternario, vol. 7:41-56. ANALISI CONGIUNTA DELLA SERIE TEMPORALE DI RADON ACQUISITA IN FRIULI, DELLA DEFORMAZIONE CROSTALE E DELLA SISMICITÀ A. Riggio, G. Rossi, M. Santulin, A. Tamaro Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS, Trieste, Italy Introduzione. Il processo di deformazione della crosta terrestre che, più o meno lentamente, precede il terremoto, provoca variazioni delle proprietà fisiche e chimiche delle rocce e dei fluidi in esse circolanti. Il radon è un gas radioattivo generato dal decadimento del radio, proveniente a sua volta dall’uranio e presente nella crosta terrestre. Il suo tempo di dimezzamento è 3.8 giorni. Si diffonde nel sottosuolo per diffusione o per convezione per mezzo di gas portatori come metano, anidride carbonica e azoto, attraverso le fratture e la permeabilità dei suoli. Già dai primi anni del novecento il radon cominci ad essere analizzato come precursore sismico (Riggio e Santulin, 2015). Quasi tutti i modelli proposti sono basati sul principio secondo il quale durante la fase di preparazione di un terremoto, l’aumento dello stress causato dal processo di deformazione, porta a variazioni della pressione nei pori, formazione di nuove fratture e conseguente variazione della geochimica dei fluidi (Scholz, 1973). Uno degli argomenti più dibattuti e, allo stesso tempo, più difficili da affrontare è l’ampiezza dell’area potenzialmente coinvolta nel processo di preparazione del terremoto. Inoltre, per quanto riguarda il radon, la domanda che viene rivolta a chi lavora in questo campo, è quanto e come i fattori meteorologici possano influenzare le variazioni temporali dell’emissione di radon. In questo lavoro viene, quindi, calcolata anche la cross-correlazione con la pressione atmosferica e con la temperatura dell’aria al fine di evidenziare solamente quelle variazioni potenzialmente legate alla deformazione crostale. Analisi dei dati. L’obiettivo del presente lavoro è quello di verificare la correlazione tra le anomalie di radon e le indicazioni, relative alla deformazione crostale, date da altri parametri. L’area oggetto del presente lavoro è una zona tettonicamente complessa dove avviene l’incontro tra la microplacca Adria e la placca Eurasia ed è costituita da strutture Alpine e Dinariche. Il settore italiano è caratterizzato da sovrascorrimenti con andamento E-O attraversati da faglie subverticali con direzione N-S, gradualmente sostituiti, ad est, dalle strutture Dinariche, con

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