GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale

160 GNGTS 2018 S essione 1.1 direzione NO-SE, caratterizzate da attività trascorrente. La zona fu colpita da vari terremoti: da quelli storici ai più recenti come quello di Gemona del 6 maggio 1976 di M W 6.4 e quelli di Bovec (SLO) del 12 aprile 1998 di M W 5.6 e del 12 luglio 2004 di magnitudo 5.1. Il sito di monitoraggio del radon è costituito da un acquisitore di radon a scintillazione del tipo a cella di Lucas. La sensibilità è di 4 Bq/m 3 calcolata in modalità di misura continua con tempo di integrazione 1h (Silena, 1992). Il Bq/m 3 (disintegrazioni al sec per metro cubo) è l’unità di misura più usata per la misura del gas radon, tuttavia lo strumento permette di esprimere la misura anche in pCi/l o in conteggi. La concentrazione del gas radon viene comunque calcolata dai conteggi misurati. L’aria è aspirata per pompaggio in un pozzo ad una profondità di 7 metri dal piano campagna e ad una distanza dalla falda variabile tra i 10 e 5 metri. L’intervallo di campionamento è di tre ore. L’aria aspirata viene trattenuta nella camera per 2 ore e 30 minuti e successivamente si iniziano dei conteggi ripetuti dell’aria campionata. Il sito è in funzione, con continuità, dal novembre 2002, a costituire una delle più lunghe serie temporali di radon in suolo. Ogni 30-60 giorni dallo stesso pozzo viene anche campionata l’acqua della falda e vengono effettuate le misure di concentrazione di radon in acqua, della temperatura, della conducibilità, del pH e dell’EH. I dati sismometrici utilizzati sono quelli registrati dalla Rete Sismometrica dell’Italia Nord Orientale, gestita dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS e dalla Rete Sismica Nazionale, gestita dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Le misure geodetiche, utilizzate per monitorare la deformazione dell’area studiata, sono acquisite con tecnologia GPS e InSAR. I dati GPS sono registrati dalla rete FReDNet (Friuli Regional Deformation Network) gestita da OGS e costituita da diciassette siti in funzione a partire dal 2002 (Zuliani et al. , 2018). Nel presente lavoro sono stati presi in esame solo sette siti GPS, sei scelti in base alla vicinanza al sito di monitoraggio del radon e uno per avere un rilevamento su un altro contesto tettonico. I dati InSAR sono stati forniti dal Ministero Italiano dell’Ambiente che dal 2008 sviluppa immagini SAR con tecniche interferometriche acquisite da satelliti. La tecnologia GPS, integrata a quella InSAR, dà la possibilità di monitorare in maniera continua le deformazioni in zone tettonicamente attive (Nard et al. , 2017). In Fig. 1 sono riportati il sito di monitoraggio del radon, i GPS e le stazioni meteorologiche utilizzate. Fig. 1 - Mappa delle stazioni GPS (triangoli blu), del sito di monitoraggio del radon (quadrato rosso), delle stazioni meteorologiche (cerchi verdi) e dei terremoti citati nel testo (stelle).

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