GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale

GNGTS 2018 S essione 1.1 13 UN NUOVO STUDIO DELLA SEQUENZA SISMICA DEL 1987 DI PORTO SAN GIORGIO E. Battimelli 1 , G.M. Adinolfi 2 , O. Amoroso 1 , P. Capuano 1 1 Dipartimento di Fisica “E.R. Caianiello”, Università degli Studi di Salerno, Italia 2 Dipartimento di Fisica “E. Pancini”, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Italia Introduzione. Negli ultimi anni, la sismicità innescata/indotta ha suscitato grande interesse, soprattutto nelle aree in cui i giacimenti di idrocarburi sono prossimi a zone di faglia attiva, come spesso accade in Italia (Bertello et al., 2010). In particolare, dopo la sequenza del 2012 in Emilia, la sismicità innescata/indotta dalle operazioni di produzione di idrocarburi è diventata un tema importante e la sismicità, storica e recente, viene nuovamente studiata al fine di comprendere la possibile relazione con le operazioni industriali (Grigoli et al. , 2017). La sfida consiste nel discriminare i terremoti indotti/innescati dalla sismicità naturale, specialmente se non sono state installate specifiche reti di monitoraggio sismico. In questo contesto, lo studio della sismicità storica e recente, avvenuta in prossimità dei giacimenti di idrocarburi, potrebbe condurre a nuove conoscenze sul meccanismo di innesco dei terremoti (Caciagli et al. , 2015). Lo scopo di questo lavoro è quello di fornire un nuovo studio sulla sismicità passata inAdriatico centrale (Italia): esso prevede la localizzazione accurata della sequenza sismica di Porto San Giorgio (PSG) del 1987, avvenuta in prossimità di giacimenti di idrocarburi, usando tecniche avanzate di localizzazione dei terremoti e studiando in dettaglio i dati di intensità macrosismica. L’assetto geologico-strutturale dell’Italia centro-orientale è caratterizzato dallo sviluppo e sovrapposizione di strutture di faglia di tipo normale e strutture di tipo compressivo, quali pieghe e sovrascorrimenti, legate alla formazione della catena appenninica. Dal Miocene, sono state attivate contemporaneamente in aree contigue una deformazione di tipo compressivo ed una di tipo estensionale, accomodate principalmente da faglie inverse a est e da faglie normali a ovest. L’area di Porto San Giorgio (PSG) si trova lungo la costa adriatica, dove il fronte esterno, compressivo è ancora attivo e produce una sismicità distribuita onshore e offshore . L’area della costa adriatica centrale presenta un’attività sismica sparsa, con magnitudo variabile da piccola a moderata. Diversi terremoti distruttivi si sono verificati in passato nelle zone di Senigallia, Cattolica-Rimini, Ancona, Fermo e Castignano (M 5.8-6; Monachesi et al. , 1991; Lavecchia et al. , 1994). La sismicità strumentale (1985-2017; Rovida et al. , 2015) è scarsa e caratterizzata da sequenze sismiche con magnitudo M ≤ 5. Ricordiamo una sismicità a sud di Ancona nel 2013 e la sequenza di Porto San Giorgio, quest’ultima iniziata il 3 luglio 1987 con un terremoto di magnitudo 5. Dati e metodi. Abbiamo ri-localizzato la sequenza sismica di Porto San Giorgio utilizzando i tempi di primo arrivo delle onde P ed S recuperati ​dal Catalogo Strumentale dei Terremoti Italiani (CSTI 1.1, 2005). Abbiamo selezionato 91 terremoti, avvenuti tra luglio e dicembre del 1987, aventi magnitudo compresa tra 1.3 e 5.0. Per migliorare la distribuzione azimutale dei dati, abbiamo usato 57 stazioni sismiche appartenenti a reti sismiche diverse ed abbiamo valutato la consistenza dei tempi di primo arrivo attraverso l’analisi del diagramma di Wadati modificato (Chatelain, 1978). Abbiamo ri-localizzato la sequenza sismica adottando un approccio probabilistico implementato nel codice NonLinLoc (Lomax et al. , 2000) effettuando diverse prove al variare del modello di velocità delle onde P, del rapporto Vp/Vs e del numero di stazioni. I risultati, relativi ai numerosi test effettuati, mostrano una forte dipendenza della profondità dell’evento principale dal modello di velocità utilizzato. In particolare, osserviamo l’equivalenza della soluzione, in termini di residui, per due valori di profondità molto diversi. Al fine di vincolare la profondità, abbiamo utilizzato l’informazione proveniente dai dati macrosismici, realizzando una procedura di esplorazione multi-parametrica. Dopo aver fissato il meccanismo focale, abbiamo simulato in diverse località i sismogrammi sintetici utilizzando il codice AXITRA (Coutant, 1989) e abbiamo calcolato l’intensità macrosismica, esplorando differenti profondità e magnitudo dell’evento principale. Tale valore è stato ottenuto mediante

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