GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale

178 GNGTS 2018 S essione 1.2 nella raccolta delle informazioni. Da questo dipende l’affidabilità delle ricostruzioni della reale geometria delle principali strutture attraversate dalle linee sismiche e la possibilità, in relazione alla distribuzione del campo delle deformazioni, di andare analizzare sezioni rappresentative di deformazioni piane, peraltro molto rare in una regione dominata essenzialmente da tettonica trascorrente. Le informazioni 2D delle linee sismiche, se acquisite su griglie opportunamente modellate, possono consentire una buona ricostruzione geometrica 3D che comunque non può essere considerata risolutiva della cinematica degli elementi, la cui definizione è necessariamente basata sulla attribuzione degli eventi sismici di meccanismo focale noto ai vari elementi tettonici raffigurati nelle ricostruzioni regionali. Il contributo dei dati a terra risulta pertanto fondamentale sia per la caratterizzazione geometrica che per quella cinematica di eventuali prosecuzioni on- shore di elementi riconosciuti a mare. Il metodo geologico di investigazione è assolutamente opposto al precedente, in quanto parte da una rappresentazione 3D che deve essere poi trasposta in geometrie 2D confrontabili con i dati a mare. In questo caso è evidente come l’orientazione delle sezioni sia un elemento determinante per la significatività delle geometrie 2D ottenute lungo i profili. Un esempio paradigmatico può essere la raffigurazione di un sistema di faglie en-echelon in una carta geologica rilevata a terra e nella sua espressione in una serie di profili seriali, trasversali ai singoli segmenti. La visione 2D potrebbe simulare l’esistenza di fasci di faglie parallele di estensione molto maggiore di quella dei singoli segmenti reali. Alle incertezze ancora dibattute sugli schemi tettonici regionali contribuisce in maniera notevole l’incompletezza del dato di base che paradossalmente ha come punto debole il dato geologico a terra. Negli ultimi decenni, infatti, si è assistito ad un notevole avanzamento delle conoscenze sui lineamenti sommersi cui non è corrisposta una revisione critica, altrettanto dettagliata, dell’assetto geologico on-shore che viene tuttora riferito dalla maggior parte degli Autori a schemi geologici datati agli anni ’80, sia in termini di interpretazione chedi nomenclatura. Di fatto, la potenzialità delle nuove acquisizioni di preziose informazioni geofisiche è stata in gran parte vanificata dal confronto con interpretazioni ampiamente superate alla luce dei dati geologici di terreno di più recente acquisizione, spesso purtroppo poco considerati. Questo contributo intende fornire un quadro aggiornato dei dati geologici e geomorfologici raccolti lungo i principali elementi tettonici attivi durante il tardo quaternario in Sicilia orientale, con l’obiettivo di fornire i vincoli necessari per una migliore correlazione tra lineamenti on- shore ed off-shore. I principali lineamenti riconosciuti dai dati della sismica nell’off-shore tirrenico e ionico della Sicilia orientale (Argnani and Bonazzi, 2005; Polonia et al. , 2011; 2012; Gallais et al. , 2013; Gross et al. , 2016), ai quali è stato assegnato un ruolo primario nel quadro tettonico complessivo, sono stati generalmente estesi a terra seguendo lineamenti on-shore ad orientazione NW-SE (es. Tindari-Letojanni; Ghisetti, 1979) con entità dei rigetti limitati ed incompatibili con il ruolo assegnato alle strutture a mare. In effetti, seppure molto diffusi, i fasci di faglia ad orientazione NW-SE costituiscono elementi di rango secondario in un assetto complessivo dominato dalla presenza di rampe oblique destre ad orientazione E-W, parallele al margine di placca (Serpelloni et al. , 2007), che dissecano fuori sequenza le geometrie del thrust belt Neogenico, a vergenza sud-orientale (Ghisetti and Vezzani, 1982; 1984; Lentini et al. , 1994; Guegen et al. , 2012; Catalano et al. , 2018). I lineamenti E-W hanno accumulato grosse entità di rigetto, mostrando segni di una prolungata evoluzione nel tempo e controllando la geometria a grande scala della fascia orogenica siciliana. La continuità laterale di questi elementi verso la Sicilia orientale è stata recentemente documentata nelle aree di Catania (Catalano et al. , 2017). Altrove, i lineamenti E-W sono stati parzialmente modificati dall’interferenza con strutture locali che si sono sviluppate nel corso del Quaternario per processi di inversione tettonica di lineamenti pre-esistenti. Questo processo accomuna sia le aree di avampaese del Plateau Ibleo (Catalano et al. , 2010; Bonforte et al. , 2015) che quelle dell’arco Calabro dei Monti Peloritani (Pavano et al. , 2015; 2018) secondo una dinamica comune, estesa a tutti i domini del sistema orogenico. Ciò comporta spesso un errore sistematico nelle correlazioni mare-terra, in quanto

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