GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale
214 GNGTS 2018 S essione 1.2 their integration with miniaturized in-situ sensors, enables new advanced monitoring solutions which are both cost-effective and highly accurate. With the advent of Galileo, most of the limitation of GPS-only surveys can be softened because a larger number of visible satellites improves the geometry of the positioning, and consequently its precision, and because Galileo E5 signals are very promising in terms of both provision of a second civilian frequency and observation quality. Moreover, the availability of the Sentinel 1A and 1B data, which are provided with an open and free access policy, allows the usage of SAR images for ground monitoring purposes at lower cost and higher revisit time compared to few years ago. Finally, the miniaturization of sensors like accelerometers, inclinometers, etc. allows for the deployment of a large number of measuring devices provided that their observations, usually highly affected by severe noise, can be properly processed. The observations of these three different monitoring techniques, namely GNSS, SAR and accelerometers, are complementary in time and space and can be integrated to obtain a better understanding of the monitored processes and a more complete knowledge of the deformation phenomena. In fact accelerometers are used for a real-time identification of sudden movements in terms of accelerations, GNSS receivers allow to identify pointwise shifts at the level of 1 mm per day or 2.5 mm per hour, and SAR images enable the identification of area deformation at level of few millimeters with a latency of few days thus giving a complete picture of the target ground deformations at all the required spatial and temporal scales. ANALISI RETROSPETTIVA DELLA FASE PRECEDENTE IL TERREMOTO DI MD=5.1 DI BOVEC-KRN (2004) G. Rossi, D. Zuliani, P. Fabris Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS, Centro di Ricerche Sismologiche - Trieste/Udine, Italy Introduzione. Il lavoro presenta un’analisi retrospettiva di fenomeni che apparentemente hanno accompagnato e preceduto il terremoto del 12 luglio, di M D =5.1, avvenuto nei pressi di Bovec-Krn (Slovenia), a breve distanza dal terremoto del 12 aprile 1998, M D =5.6. Rossi et al. (2016), hanno analizzato dati cGNSS nell’area, parte della rete FReDNet dell’OGS (Zuliani et al. , 2018), parte della rete Marussi della regione Friuli Venezia Giulia, nonché i dati della stazione GSR1 della rete EUREF. In particolare, gli autori hanno evidenziato il sorgere di un segnale che si è propagato attraverso l’Italia Nord-Orientale e la Slovenia Occidentale tra il 2006 ed il 2009. Il disturbo ha causato un movimento inizialmente verso l’alto e successivamente verso il basso. Solo il sito GSR1, nella parte più orientale dell’area in esame, ha mostrato un movimento opposto, prima verso il basso e poi verso l’alto. Le componenti orizzontali mostrano un comportamento simile, con una piccola oscillazione pressoché parallela ai principali lineamenti tettonici presenti nelle diverse aree. Rossi et al. (2016) hanno interpretato il segnale come legato alla propagazione di fluidi in forma di un’onda di porosità. Le onde di porosità sono pacchetti di fratture interconnesse, sature in fluidi, che si propagano spontaneamente verso l’alto e nella direzione del minimo sforzo orizzontale, seguendo il gradiente di pressione e le variazioni di permeabilità. In questo modo è garantita la massima efficienza del trasporto (Wiggins and Spiegelman 1995; Connolly and Podladchikov 1998; 2013; Revil and Cathles 2002). Secondo Rossi et al. (2016), il transiente si è originato tre mesi e mezzo prima del main shock del 2004, a 6.5 km a NO dell’epicentro, ad una profondità di 9.2 km. Tale localizzazione lo porta ad essere, al di sotto del bacino di Bovec, sulla continuazione della Ravne fault, una struttura appartenente al sistema Dinarico,
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