GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale

218 GNGTS 2018 S essione 1.2 Il tempo della sequenza è fisso alla fine del Triassico (circa 200 Ma fa) e la ragione principale per cui è stata costruita è quella di mostrare come si trasformi l’assetto reciproco dei continenti al variare del raggio terrestre. L’epoca è quella in cui, nella concezione della Terra in espansione (contrariamente alla tettonica delle zolle) si suppone che ancora i bacini oceanici non siano aperti e solo mari epicontinentali siano presenti. Quindi i fotogrammi fanno vedere come la soluzione della plate tectonics presenti oceani vastissimi di età Triassica, circa due terzi della litosfera terrestre, che sarebbero stati tutti (con un improbabile meccanismo di precisione) subdotti, lasciando spazio a fondali oceanici tutti più giovani. Altra implausibile coincidenza: l’età massima del primo terreno creatosi nell’Atlantico è uguale a quella dell’ultimo in subduzione nel Pacifico: il Giurassico. Sarebbe invece più naturale pensare che il Giurassico sia il tempo di inizio apertura per tutti gli oceani, Pacifico compreso. Le ricostruzioni sono state tutte eseguite con software in FORTRAN (Florindo et al. , 1994; Scalera, 1995) portando la media di Fisher (Fisher, 1953) dei paleopoli di ciascun continente in sovrapposizione al polo nord del reticolo geografico. Questo è stato eseguito anche per tutti i “fotogrammi” intermedi tra il primo ( plate tectonics e raggio attuale) e gli ultimi (espansione terrestre e raggi tra 3600 Km e 3000 Km). Per il continente africano e quello sudamericano ai raggi minimi un singolo paleopolo è stato tracciato, come si evince dalla successiva discussione. Il meridiano 0°E è stato convenzionalmente sempre portato sulla moderna posizione della città di Londra, Greenwich. I raggi adottati sono stati: 6370, 6000, 5600, 5200, 4800, 4400, 4000, 3600, 3200, 3000 Km. Le dieci ricostruzioni hanno il duplice scopo: 1) di mostrare come la mutua posizione dei continenti cambia ad ogni diminuzione del raggio, andando a costituire una ulteriore condizione al contorno per la ricostruzione successiva a raggio ancora minore; 2) di poter aiutare la scelta del raggio da attribuire alla fine del Triassico. In Fig. 1 sono mostrate 9 ricostruzioni con esclusione di quella a raggio 3000 Km. Le cose più rilevanti che è possibile notare riguardando più volte la sequenza dei globi sono: a) L’Africa tende ad estendersi sempre più verso il polo sud, andandolo infine a lambire con il suo margine atlantico ai raggi terrestri più ridotti (da 4000 a 3000 Km). Nel far questo appare incunearsi a sud dell’Antartide e del suo scudo paleozoico con una ineliminabile sovrapposizione. Questa indica come l’Africa debba aver subìto dal Triassico ad oggi l’azione di ripetuti rifting analoghi all’attuale rift etiopico che ne hanno aumentato la estensione longitudinale di circa un migliaio di chilometri. Lo schema della espansione terrestre ha quindi valore predittivo. I poli africani del Triassico sembrano raggrupparsi meglio su un raggio di 6370 Km che non su un raggio di 3600-3200-3000 Km (vedi Fig. 2 in alto) ma questo non significa affatto la confutazione della espansione terrestre. Significa invece ancora una volta che si deve tenere conto, nelle ricostruzioni paleogeografiche di notevoli estensioni della superficie dei continenti, in questo caso latitudinali. Stesso migliore raggruppamento dei poli al raggio attuale si verifica per il Sud America (Fig. 2 al centro) e di conseguenza un analogo processo estensivo deve essere avvenuto per quest’ultimo continente. Africa e Sud America sono state infatti a contatto fino a inizio del Cretaceo rendendo ipotizzabile uno o più eventi distensionali comuni testimoniati sia dalle fasce oceaniche del Giurassico (Larson et al. , 1985; Roeser and Rilat, 1982) accostate all’Africa orientale frammentate in modo tipico (Fig. 2, in alto, al centro, in basso), dalla presenza di traps di emissioni vulcaniche in Sud Africa (Karoo) e in Sud America (Paranà) e della loro relazione con le catene oceaniche di Walvis e di Rio Grande, e con grandi allineamenti di estrusioni di kimberliti inAfrica meridionale. Tutte queste strutture ed eventi distensionali testimoniano ancora il valore predittivo della teoria espansiva. b) I due continenti, Antartide eAustralia, sempre a contatto, man mano che il raggio terrestre diminuisce si trovano ad essere stretti tra Africa e le due Americhe. L’Australia infine, ai raggi minimi, si trova in una posizione che soddisfa quanto osservato nel mio lavoro sulle conformità nel Pacifico (Scalera, 1993). Infatti si trova contemporaneamente accostata

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