GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale

244 GNGTS 2018 S essione 1.3 In Fig. 2 è descritta l’interpretazione data dall’analisi congiunta delle immagini tomografiche in velocità, attenuazione e scattering effettuate col modello EST. Valori alti di Vp sono spesso osservati al di sotto di aree vulcaniche (e.g. Patnè et al. , 2015; Papadimitriou et al., 2015) e sono di solito interpretati come strutture magmatiche solidificatesi o dicchi. L’interpretazione congiunta del modello Vp, Vp/Vs e delle anomalie in attenuazione permette una migliore interpretazione. Infatti, alta Vp, alto Vp/Vs e bassi valori di Q sono di solito ascrivibili a strutture ricche di fluidi o di roccia parzialmente fusa. Associando questa informazione all’osservazione geochimica che nei Campi Flegrei avviene una contaminazione tra magma e fluidi idrotermali a non più di 2 km di profondità (Cardellini et al. , 2017), il corpo che si estende dal profondo (>4 km) fino a circa 2.3 km può essere interpretato come un condotto di materiale parzialmente fuso. Questo condotto si estende fino a raggiungere la struttura sismogenetica che si trova a circa 2 km che lo costringe a ripiegarsi e ad estendersi orizzontalmente verso sud. Questa struttura che separa la parte profonda da quella superficiale e che è caratterizzata da basso Vp/Vs e bassa attenuazione è interpretata come una zona più rigida, forse a causa dell’aumento di rigidità dovuto alla variazione delle proprietà elastiche del mezzo indotto da reazioni di decarbonizzazione e rilevato da Vanorio e Kanitpanyacharoen (2015) in rocce prelevate da pozzi localizzati sui bordi della caldera. Questa struttura costituisce un caprock rigido che si deforma e si frattura all’aumentare della pressione sottostante e costituisce quindi una struttura fondamentale nella dinamica della caldera. Bisogna ricordare che i dati analizzati sono relativi alla crisi bradisismica del 1982-84. Diversi autori hanno ipotizzato l’esistenza di una struttura che ha intrappolato i fluidi provenienti dal profondo durante la crisi dell’82-84 (e.g. De Siena et al. , 2017; D’Auria et al. , 2015; Di Vito et al. , 2016). Grazie a questa tomografia congiunta è possibile identificare la posizione e l’estensione di queste strutture che sussistono tutt’oggi anche se probabilmente hanno subito delle modifiche nelle loro proprietà reologiche ed elastiche (e.g. permeabilità, fratturazione…) in conseguenza della dinamica della caldera legata alla crisi bradisismica stessa. Bibliografia Calò, M. (2009) Tomography of subduction zones using regional earthquakes: methodological developments and application to the Ionian slab, PhD thesis, EOST, University of Strasbourg , http://tel.archivesouvertes.fr/tel- 00438598/en/ Cardellini, C., Chiodini, G., Frondini, F., Avino, R., Bagnato, E., Caliro, S., ... and Rosiello, A. (2017). Monitoring diffuse volcanic degassing during volcanic unrests: the case of Campi Flegrei (Italy). Scientific reports, 7(1), 6757. Chiodini, G., Todesco, M., Caliro, S., Del Gaudio, C., Macedonio, G. and M. Russo (2003) Magma degassing as a trigger of bradyseismic events: The case of Phlegrean Fields (Italy), Geophys. Res. Lett. 30(8), 1434;10.1029/2002GL016790 D’Auria, L., Giudicepietro, F., Martini, M. and Lanari, R. (2012) The 4D imaging of the source of ground deformation at Campi Flegrei caldera (southern Italy), J. Geophys. Res. 117, B08209; 10.1029/2012JB009181 D’Auria, L., Pepe, S., Castaldo, R., Giudicepietro, F., Macedonio, G., Ricciolino, P., ... and Martini, M. (2015). Magma injection beneath the urban area of Naples: a new mechanism for the 2012–2013 volcanic unrest at Campi Flegrei caldera. Scientific reports, 5, 13100. Fig. 2 - Modello di sintesi delle informazioni dedotte dalle tomografie in velocità, attenuazione e scattering eseguite in questo lavoro.

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