GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale

292 GNGTS 2018 S essione 2.1 Dal momento che la maggior parte degli tsunami italiani è di origine sismica, per migliorare la qualità dei dati relativi alla causa generatrice è stata utilizzata l’ultima versione del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI15, Rovida et al. , 2016) come catalogo di riferimento. Questa scelta ha consentito, in alcuni casi, anche di riesaminare quegli eventi di tsunami che in EMTC non avevano un’origine sismica chiara ed attendibile come, ad esempio, alcune scosse della lunga sequenza sismica della Calabria del 1783. Per quanto riguarda l’introduzione di nuovi dati nelle descrizioni degli effetti di tsunami, un contributo significativo proviene dalla nuova versione del Catalogo dei Forti Terremoti Italiani (CFTI5Med, Guidoboni et al. , 2018), che per i terremoti tsunamigenici riporta, nella parte relativa agli effetti sull’ambiente, la descrizione degli effetti dello tsunami accompagnata dai riferimenti bibliografici. A seguito dell’aggiornamento delle informazioni, per molti degli tsunami italiani e particolarmente per quelli di origine sismica, diversi parametri hanno subito modifiche. Infatti, rispetto agli eventi presenti in EMTC, in ITED sono stati aggiunti due nuovi tsunami, le descrizioni sono state arricchite con nuove informazioni e alcuni parametri (reliability, intensità, causa generatrice, coordinate, etc.) sono stati cambiati. Dei 70 eventi di tsunami italiani presenti in EMTC, 63 sono stati aggiornati. Questo ha comportato altresì la creazione di una nuova versione del catalogo Euro-Mediterraneo, denominata EMTCv2, contenente l’aggiornamento degli eventi italiani. Successivamente, si è provveduto al popolamento del database delle osservazioni degli effetti sulle coste. A partire dalla descrizione generale di ogni evento, sono state enucleate le singole osservazioni di effetti ( punti di osservazione) di tsunami e ogni punto di osservazione è stato associato ad una località e ad un comune presenti sul database dell’ISTAT, in modo da poter assegnare delle coordinate geografiche ufficialmente riconosciute. Nella maggior parte dei casi è stato possibile individuare punti di osservazione presenti in ISTAT e, quando le descrizioni dello tsunami erano troppo vaghe per consentire una esatta identificazione del punto, è stato deciso di assegnare all’osservazione le coordinate della località nota più vicina. Per ogni punto di osservazione, ITED contiene la descrizione degli effetti prodotti dallo tsunami, corredata dei relativi riferimenti bibliografici. In base a quanto riportato nella descrizione, ad ogni punto di osservazione è stato attribuito il valore di intensità dello tsunami sia secondo la scala Sieberg- Ambraseys che secondo quella di Papadopoulos-Imamura. Tutti i dati quantitativi presenti nella descrizione degli effetti (ad es.: runup, inondazione, ritiro, numero di onde osservate, tipo di primo movimento del mare, etc.) sono contenuti in una tabella degli attributi che può essere facilmente consultata interrogando online il database (https://tsunamiarchive.ingv.it) . Attualmente ITED contiene, per i 70 eventi italiani presenti nell’EMTCv2, circa 300 osservazioni di effetti di tsunami in 184 punti lungo le coste italiane. Nel caso in cui un punto di osservazione abbia sperimentato gli effetti di più di uno tsunami nel corso del tempo, per quel punto viene fornita la lista di tutti gli tsunami che lo hanno interessato, così da consentire all’utente di ricostruire una “tsunami history”. Gli eventi e gli effetti contenuti in ITED sono collegati, quando possibile, con altri database sismologici per permettere agli utenti di ottenere il maggior numero possibile di informazioni sul terremoto associato allo tsunami di origine sismica. ITED, così come EMTCv2, è stato reso interoperabile con il database dell’Archivio Storico Macrosismico Italiano (ASMI), con l’ultima versione del Database Macrosismico Italiano (DBMI15; Locati et al. , 2016) e con il CPTI15. L’interoperabilità è resa possibile attraverso il codice identificativo del terremoto adottato dal CPTI15. Inoltre, ITED utilizza lo stesso Gazetteer adoperato sia in ASMI che nel DBMI15, così che per ogni punto di osservazione vengono usati gli stessi codici identificativi delle località riportate in ASMI or DBMI. Per consultare i dati di ITED, l’utente può utilizzare una Webapp appositamente progettata, sviluppata in ambiente Esri ArcGIS e che può essere consultata online senza la necessità di disporre di un account Esri. La Webapp consente di consultare le informazioni presenti in ITED

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