GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale

GNGTS 2018 S essione 2.1 295 Bindi D., Massa M., Luzi L., Ameri G., Pacor F., Puglia R., Augliera P.; 2014: Pan-European ground-motion prediction equations for the average horizontal component of PGA, PGV, and 5 %-damped PSA at spectral periods up to 3.0 s using the RESORCE dataset . Bull. Earthq. Eng., 12 (1), 391–430, doi:10.1007/s10518-013-9525-5. Cauzzi C., Faccioli E., Vanini M., Bianchini A.; 2015: Updated predictive equations for broadband (0.01–10 s) horizontal response spectra and peak ground motions, based on a global dataset of digital acceleration records . Bull. Earthq. Eng., 1–26, doi:10.1007/s10518-014-9685-y. Devoti R., D’Agostino N., Serpelloni E., Pietrantonio G., Riguzzi F., Avallone A., Cavaliere A., Cheloni D., Cecere G., D’Ambrosio C., Falco L., Selvaggi G., Métois M., Esposito A., Sepe V., Galvani A., Anzidei M.; 2017: A combined velocitiy field of the Mediterranean region , Ann. Geophys., 60 (2), S2015, doi: http://doi.org/10.4401/ ag-7059. Luzi L., Pacor F., Puglia R.; 2017: ItalianAccelerometricArchive v 2.3. Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Dipartimento della Protezione Civile Nazionale. doi: 10.13127/ITACA.2.3 RovidaA., Locati M., Camassi R., Lolli B., Gasperini P.; 2016: CPTI15, the 2015 version of the Parametric Catalogue of Italian Earthquakes . Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. doi :http://doi.org/10.6092/INGV.IT- CPTI15 ANALISI DI STABILITÀ E VALUTAZIONE DI PERICOLOSITÀ RELATIVA A EVENTI DI FRANA SOTTOMARINA CAPACI DI GENERARE MAREMOTI NELL’AREA DI GELA E DI CAPO RIZZUTO G. Pagnoni 1 , F. Zaniboni 1 , M.A. Paparo 1 , A. Armigliato 1 , S. Tinti 1 , A. Argnani 2 , M. Rovere 2 , T. Gauchery 2 1 DIFA, Università di Bologna, Bologna, Italy 2 ISMAR-CNR, Bologna, Italy Utilizzando i risultati del progetto EASME-HRSM, di cui il CNR è coordinatore per la zona Centro Mediterranea, sono state riconosciute diverse evidenze di trasporto di massa lungo i margini continentali ed in particolare lungo le scarpate situate a poca distanza dalle coste italiane. L’analisi dei dati ha portato all’individuazione di due aree su cui concentrare lo studio della pericolosità legata a frane sottomarine, capaci di generare maremoti, cioè il Golfo di Gela e la zona di Capo Rizzuto. Per queste zone abbiamo elaborato complessivamente tre scenari di maremoto, due per la prima ed uno per la seconda. Nella prima zona sono state riconosciute alcune nicchie di distacco collocate lungo l’estesa scarpata a sud della costa siciliana meridionale (denominata Gela Basin Margin, GBM), che si caratterizza per una elevata pendenza e si sviluppa da una profondità di 200 m fino ad 800 m, andando ad interrompere l’ampio plateau che si estende tra le coste siciliane e quelle maltesi. L’area è caratterizzata da numerose frane sottomarine di varie dimensioni, alcune delle quali emergono chiaramente dai dati batimetrici acquisiti dal CNR con ecoscandaglio multifascio. I lavori di Minisini et al. (2007) e Kuhlmann et al. (2017) descrivono dettagliatamente la morfologia della parte settentrionale del GBM e ne ricostruiscono la complessa dinamica di franamento, evidenziando la presenza di due frane che, per la vicinanza e per le caratteristiche, sono denominate Twin Slides. Per la valutazione della pericolosità da tsunami, si è scelto di studiare la più settentrionale delle due frane, denominata Northern Twin Slide (NTS), posizionata a una trentina di chilometri a sud della costa del Golfo di Gela e con un volume di poco inferiore a 0.5 km 3 . Il secondo scenario elaborato per il golfo di Gela riguarda una frana con un volume di circa 1.5 km 3 , collocata nella parte più meridionale del GBM, a circa 40 km a nord dell’isola di Gozo (arcipelago di Malta). La presenza di un ampio deposito ai piedi del pendio e l’esistenza di una nicchia semicircolare a una profondità di circa 200 m, con diametro di 7 km, sono le tracce più evidenti di almeno un evento di frana.

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