GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale

296 GNGTS 2018 S essione 2.1 Nell’area marina prospiciente Capo Rizzuto, in Calabria, l’analisi di alcuni profili sismici e della morfologia del fondale marino ha permesso riconoscere la dislocazione di una massa di circa 25 km 3 che, per tipologia di movimento, può essere classificata come una frana di tipo rotazionale. L’approccio utilizzato per sviluppare gli scenari prevede differenti fasi che comprendono la generazione della frana, la sua evoluzione, la tsunamigenesi e la propagazione del maremoto. Nei casi in esame, in primo luogo si è proceduto alla ricostruzione del corpo di frana e della morfologia pre-evento, utilizzando le evidenze batimetriche (nicchie) e i depositi. Si è poi studiato la stabilità del pendio mediante una variante del metodo dell’Equilibrio Limite (v. Paparo e Tinti, 2017) e si è ricavata la soglia di PGA (Peak Ground Acceleration) sufficiente ad attivare la frana. Nella fase successiva abbiamo simulato il moto della frana mediante il modello numerico UBO-BLOCK1. Infine abbiamo calcolato la propagazione del maremoto con il modello UBO-TSUFD e prodotto mappe di pericolosità sulla base delle altezze massime raggiunte dalle onde lungo la costa. I codici numerici per lo studio della stabilità e del moto della frana, per il calcolo degli impulsi che generano lo tsunami e per la simulazione della propagazione dello tsunami sono stati sviluppati dallo Tsunami Research Team dell’Università di Bologna. Il codice UBO- BLOCK1 calcola il moto della frana, vista come un insieme di blocchi interagenti che si possono deformare conservando tuttavia il volume (Tinti et al. , 1997). Ad ogni time step il codice fornisce posizione, velocità e accelerazione di ogni blocco, permettendo quindi di conoscere la posizione, l’area occupata e l’altezza della frana. Il movimento della frana sul fondo marino trasferisce energia all’acqua producendo onde di maremoto. Formalmente, la variazione della profondità marina indotta dal passaggio della frana, filtrata sulla base dello spessore della colonna d’acqua e dell’estensione del footprint, determina il sollevamento o abbassamento del livello del mare e perciò stesso il maremoto (Zaniboni et al. , 2016). Il codice UBO-TSUFD implementa un metodo numerico alle differenze finite per la risoluzione delle equazioni di Navier-Stokes non lineari in approssimazione di acqua bassa (Tinti e Tonini, 2013), e calcola la generazione e propagazione del maremoto fino alle coste. Il lavoro presentato utilizza la tecnica delle griglie innestate per lo studio della pericolosità nelle aree considerate. Le griglie a maggior risoluzione (50 m) sono utilizzate per coprire sia la zona sorgente che le aree costiere dove si focalizza maggiormente l’energia del maremoto. Nel restante dominio si è ritenuto sufficiente utilizzare un passo di griglia di 250 m. I primi risultati riguardanti la pericolosità sulle coste della Sicilia meridionale evidenziano che le caratteristiche batimetriche del bacino influenzano fortemente la concentrazione dell’energia dello tsunami su alcuni tratti della zona sudorientale del golfo di Gela e delle coste ad ovest del golfo stesso. Questo studio rientra nelle attività del progetto SPOT (Sismicità Potenzialmente innescabile Offshore e Tsunami) ideato e finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico italiano, con il supporto tecnico del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, per supportare le Autorità italiane nell’applicazione della Direttiva Europea sulla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi (2013/30/EU) e dei decreti italiani che ne derivano (Di Bucci et al. , 2107). Bibliografia Di Bucci D.,Antoncecchi I., Ciccone F., Teofilo G., Terlizzese F.,ArgnaniA., Ligi M., Rovere M., Basili R., Coltelli M., Lorito S., Borzi B., Germagnoli F., Di Ludovico M., Lignola G.P., Prota A.; 2017: The SPOT project (potentially triggerable offshore seismicity and tsunamis): a first appraisal of the possible impact of oil and gas platforms on the seismic and tsunami risks along the Italian coasts . Geoingegneria Ambientale e Mineraria, 152, 3, 132-138. Minisini D., Trincardi F., Asioli A., Canu M., Foglini F.; 2007: Morphologic variability of exposedmass-transport deposits on the eastern slope of Gela Basin (Sicily channel) . Basin Research 19, 217–240, doi: 10.1111/j.1365- 2117.2007.00324.x. Minisini D., Trincardi F.; 2009: Frequent failure of the continental slope: The Gela Basin (Sicily Channel) . J. Geophys. Res., 114, F03014, doi:10.1029/2008JF001037.

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