GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale
406 GNGTS 2018 S essione 2.2 continuo per dettagliare la stratigrafia dei primi 20 m di profondità. È seguito il prelievo di 22 campioni disturbati dalle carote significativi di ogni orizzonte per la ricostruzione delle curve granulometriche, limiti di Atterberg e contenuto d’acqua in laboratorio; l’ultimo parametro è probabilmente alterato e pertanto va considerato come una stima minima). I parametri di laboratorio sono stati confrontati con abachi (e.g. Bray e Sancio, 2004; Boulanger e Idriss, 2004) che stimano la suscettibilità a liquefazione dei terreni a grana fina (limo, argilla) non plastici. In aggiunta alle indagini geotecniche di laboratorio, sono state poi condotte analisi di diffrazione a raggi X (XRD) per determinare la composizione mineralogica della stratigrafia e dei dicchi. I dicchi e alcuni orizzonti stratigrafici hanno composizione mineralogica molto simile e sono liberi da minerali argillosi. Questo risultato ci ha portati a formulare ipotesi sia circa la ragione della liquefazione dei sedimenti fini, sia circa l’ubicazione del probabile orizzonte sorgente dei dicchi osservati in superficie. Caratteristiche geologiche del sito . Le pareti del canale di scolo sono state ripulite ed è stato realizzato un logging con rappresentazione secondo le tradizionali procedure dell’analisi paleosismologica, al fine di riportare una precisa descrizione dei dicchi di liquefazione e della geometria dei livelli incassanti. Il canale ha un’orientazione NW-SE, una profondità di ~ 1,2 m e lunghezza ~ 5 m. La parete analizzata con maggiore dettaglio, quella SW, presenta tre dicchi spessi circa 20 cm, aventi direzione NE-SW (Fig. 1). I dicchi sono incassati in cinque orizzonti che presentano un basculamento verso i quadranti orientali. Per la creazione del log della parete è stato eseguito un reticolo a maglie quadrate di 30x30 cm sui dicchi (Fig. 1). Sono quindi state misurate le giaciture sia delle pareti dei dicchi, sia delle fratture presenti nell’incassante (Fig. 1). Infine, sono stati prelevati diversi campioni dall’incassante e dai dicchi (sia dalla parete SW che NE), allo scopo di confrontarne le caratteristiche granulomentriche e petro-mineralogiche con quelle dei campioni disturbati derivanti dal sondaggio geognostico effettuato per il presente studio. Sui campioni prelevati dal sondaggio sono state prima ricostruire le curve granulometriche. Le medesime curve sono state rapportate ai fusi granulometrici suscettibili di liquefazione (NTC, 2018) (Fig. 2). La definizione del limite liquido, limite plastico, indice di plasticità e contenuto d’acqua (minimo) ha consentito di utilizzare gli abachi di Bray e Sancio (2004), e Boulanger e Idriss (2004). Dal grafico di Bray e Sancio (2004), si evince che Fig. 2 - Sulla sinistra viene mostrata la colonna stratigrafica risultante dal sondaggio geognostico. Al centro, è riportata una tabella riassuntiva della presenza di montmorillonite (mo) ed illite (il), indice di plasticità (IP), risultati di Bray e Sancio (2004; S = suscettibile; NS = non suscettibile), e Boulanger e Idriss (2004). A destra sono rappresentate tutte le curve granulometriche (curve nere) rapportate ai fusi granulometrici suscettibili di liquefazione (NTC, 2018). In particolare, nell’area rosa ricadono i terreni ad elevata possibilità di liquefazione, nell’area verde i terreni a possibilità di liquefazione.
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