GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale
476 GNGTS 2018 S essione 2.2 L’UTILIZZO DELLA MAPPA DI RISCHIO SISMICO NELLA VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ FINANZIARIA DI PIANI DI RIDUZIONE DEL RISCHIO IN ITALIA M.A. Zanini, L. Hofer, C. Pellegrino Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale, Universita’ degli Studi di Padova, Italy Introduzione. Lo sviluppo di mappe del rischio sismico tramite l’adozione di procedure scientificamente-basate, permette di fornire agli enti governativi un quadro quantitativo della distribuzione spaziale dello stesso per una nazione. Saper redigere una mappa del rischio sismico risulta fondamentale qualora si debba andare a delineare un piano nazionale di riduzione del rischio sismico, in quanto, a tal proposito, risulta necessario quantificare il rischio sismico ante e post operam , quantificandone così i relativi benefici. Il prezzo da pagare per l’ottenimento di tali benefici è rappresentato dai costi da sostenere per la realizzazione di interventi strutturali volti al rinforzo antisismico dell’asset immobiliare oggetto di interesse. Risulta pertanto evidente come il problema si possa ricondurre alla trattazione finanziaria applicabile alla classica casistica di un investimento, e pertanto, si debba procedere ad un’attenta analisi della sua sostenibilità finanziaria. Nel presente contributo viene brevemente illustrata l’applicazione di tali concetti al caso di studio rappresentato dal patrimonio edilizio nazionale adibito a destinazione residenziale, proponendo come esempio l’implementazione di un possibile piano di mitigazione del rischio sismico, ed illustrando dal punto di vista metodologico i passi da seguire per analizzarne la sostenibilità finanziaria. Rischio ante e post operam . Il primo passo consiste nel calcolo della mappa del rischio ante operam , ovvero nelle condizioni attuali: la procedura adottata per il calcolo della mappa di rischio sismico per l’Italia è descritta nel dettaglio in Zanini et al. (2018a, b). L’asset immobiliare considerato è rappresentato dal patrimonio edilizio residenziale italiano, spazialmente rappresentato utilizzando i dati censuari ISTAT2011 (Istituto Nazionale di Statistica, 2011) dettagliati alla scala municipale, e considerando un valore unitario di costo di ricostruzione assunto omogeneo sull’intero territorio nazionale pari a 1200 €/m 2 . La vulnerabilità sismica è stata caratterizzata definendo una tassonomia adeguatamente rappresentativa (Zanini et al., 2018b); per ciascuna classe tipologica sono stati considerati 5 livelli di danneggiamento crescente (DS0 - nessun danno, DS1 – danno lieve, DS2 – danno moderato, DS3 – danno esteso, DS4 - collasso), e per ciascuno di essi sono state definite le percentuali di costo di riparazione unitario relative adimensionalizzate rispetto al valore di costo di ricostruzione unitario, ed assunte pari a 0%, 15%, 40%, 65% e 100% rispettivamente per ciascuno dei 5 stati di danno precedentemente elencati, sulla base di alcune rielaborazioni svolte a partire dai dati presentati in Dolce e Manfredi (2015). La procedura adottata per redigere la mappa di rischio sismico permette di calcolare per ciascuno degli 8084 comuni italiani i valori di Perdita Annua Media Comunale (PAMC) ante operam (ovvero del rischio sismico in termini assoluti, Fig. 1a), rappresentando di fatto l’importo economico che, in termini medi, attualmente ogni comune dovrebbe stanziare ogni anno per far fronte ai costi di riparazione dei danni potenzialmente subiti dal patrimonio residenziale a causa dell’occorrenza di eventi sismici sul territorio nazionale, e di PAMC/m 2 ante operam in termini relativi (ovvero del rischio sismico in termini relativi, Fig. 1c). Il piano nazionale di mitigazione del rischio sismico qui considerato prevede il rinforzo di tutte le strutture in muratura presenti sul territorio italiano (tipologia strutturale maggiormente diffusa, in media pari al 50% del patrimonio residenziale esistente), ed il retrofit sismico delle strutture in calcestruzzo armato costruite in periodi precedenti all’introduzione di normative specifiche per la progettazione antisismica delle strutture. Nel presente lavoro, si è assunto in via preliminare di caratterizzare la vulnerabilità sismica delle succitate strutture rinforzate antisismicamente con le relative curve di fragilità appartenenti alle tipologie strutturali attualmente progettate dal punto di vista sismico in accordo con le prescrizioni di normativa (Zanini et al. 2018a).
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