GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale
GNGTS 2018 S essione 2.2 481 RISPOSTA SISMICA LOCALE A SUPPORTO DELLA MICROZONAZIONE SISMICA: IL CASO DI PIETRACAMELA (APPENNINO CENTRALE) L. Minarelli 1 , S. Amoroso 2 , M. Stefani 3 , M. Fazzini 3 1 Geotema Srl - Spin-off dell’Università degli Studi di Ferrara, Ferrara, Italy 2 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, L’Aquila, Italy 3 Università degli Studi di Ferrara - Ferrara, Italy Contesto geologico. Il territorio del comune di Pietracamela è posto alle pendici settentrionali del Massiccio del Gran Sasso, in un’area caratterizzata da un’elevata attività sismica, associata ad un contesto tettonico distensivo. Nell’ultimo secolo, l’area è stata ripetutamente interessata dagli eventi sismici, nel 1909, 1950, 1956, 2009 e, recentemente, da quelli del 2016-2017. Il nucleo storico presenta un fitto tessuto urbano di elevata valenza architettonica, diffusamente danneggiato dalle recenti accelerazioni sismiche, che hanno agito sulle murature antiche prevalentemente realizzate in pietrame. In seguito a questi eventi, è stato disposto lo studio di microzonazione sismica, da noi condotto nell’ambito degli studi di emergenza svolti nei comuni abruzzesi colpiti dalla recente sequenza sismica. Il substrato geologico dell’area studiata è caratterizzato da spessi corpi miocenici di torbiditi terrigene e terrigene bioclastiche, che formano il footwall dell’importante sovrascorrimento alla base delle successioni carbonatiche mesozoiche che formano l’imponente massiccio del Gran Sasso. La successione, parte del Gruppo della Laga, è formata la formazione delle Marne con Cerrogna, suddivisibile in due membri, uno inferiore calcarenitico-calciruditico (CRRb), caratterizzato da banchi e strati spessi di arenarie ibride e bioclasti risedimentati, intercalati da argille, marne e marne-calcaree ed uno superiore marnoso-calcarenitico (CRRa), costituito da marne e marne-calcaree, intercalato da arenarie e calcareniti medio-fini. Seguono sedimenti bacinali più fini, argilloso-marnose, di età in parte messiniana, ricchi di foraminiferi plantonici e perciò noti come Argille ad Orbulina (UAM3). Sopra al substrato, nell’area del centro storico, poggiano potenti corpi di frana di età tardo-quaternaria, messi in posto con meccanismi gravitativi complessi. Nell’area sono presenti anche depositi tardo-pleistocenici da meccanismi di trasporto in massa, che sembrano riflettere condizioni periglaciali. I vari tipi di depositi gravitativi sono caratterizzati spesso da una vistosa cementazione carbonatica, associata a depositi travertinosi, che irrigidiscono notevolmente i sedimenti superficiali, modificando profondamente le loro proprietà meccaniche. Nei pressi del centro abitato sono ancora attivi importanti movimenti gravitativi, anche di crollo. Il nucleo storico principale è posto su un corpo di paleofrana accumulato sulla destra idrografica del Rio Arno. Sul lato opposto del rio, sorge un altro nucleo urbano, interessato da movimenti gravitativi ancora in atto che ha spesso registrato un maggiore livello di danno sismico sulle strutture architettoniche, come quelle della chiesa principale. Ad una profondità di Fig. 1 - Sezione WSW-ENE passante per l’abitato di Pietracamela.
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