GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale

46 GNGTS 2018 S essione 1.1 Hauksson E. and Shearer P. M.; 2006: Attenuation models (Qp and Qs) in three dimensions of the Southern California crust: Inferred fluid saturation at seismogenic depths. J. Geophys. Res., 11 , B05302, doi:10.1029/2005JB003947. Improta L., Bonagura M., Capuano P. and Iannaccone G.; 2003: An integrated geophysical investigation of the upper crust in the epicentral area of the 1980, Ms= 6.9, Irpinia earthquake (Southern Italy) . Tectonophysics, 361 (1-2), 139-169. Improta L., De Gori P. and Chiarabba C.; 2014: New insights into crustal structure, Cenozoic magmatism, CO2 degassing, and seismogenesis in the southern Apennines and Irpinia region from local earthquake tomography. J. Geophys, Res., 119 , 8283–8311, doi:10.1002/2013JB010890. Nur A. and Booker J. R.; 1972: Aftershocks caused by pore fluid flow? . Science, 17 (4024), 885–887. Pride S.R.; 2005: Relationships between seismic and hydrological properties . In Hydrogeophysics (pp. 253-290), Springer Netherlands. Stabile T. A., Satriano C., Orefice A., Festa G. and Zollo A.; 2012: Anatomy of a microearthquake sequence on an active normal fault . Sci. Rep., 2 , 410, doi:10.1038/srep00410. Zollo A., Orefice A. and Convertito V.; 2014: Source parameter scaling and radiation efficiency of microearthquakes along the Irpinia fault zone in southern Apennines, Italy . J. Geophys. Res., 119 , 4, 3256-3275, doi:10.1002/2013JB010116. EVIDENZE DI PALEODISLOCAZIONI COSISMICHE LUNGO LA FAGLIA DI M. VETTORE (ITALIA CENTRALE) RIVELATE DA ANALISI TOPOGRAFICHE DI DETTAGLIO DELLA SCARPATA DI FAGLIA SU ROCCIA M. Di Donato 1 , P. Boncio 1* , G. Mataloni 2 , A. Testa 1 , D. Palumbo 2 , L. Le Donne 2 1 CRUST-DISPUTer, Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, Chieti, Italy. * paolo.boncio@unich.it 2 Dipartimento di Architettura, Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, Pescara, Italy Introduzione. La sequenza sismica del centro Italia dell’agosto-ottobre 2016, culminata con la scossa del 30 ottobre di Mw 6.5, è stata originata dalla riattivazione della faglia normale di M. Vettore - M. Bove e, limitatamente alla scossa del 24 Agosto (Mw 6.0), dalla riattivazione della porzione settentrionale della faglia di M. Gorzano. La sequenza ha prodotto fenomeni di fagliazione cosismica in superficie lungo la faglia di M. Vettore - M. Bove per una lunghezza complessiva di circa 30 Km (Lavecchia et al. , 2016; Galli et al. , 2017a; Pizzi et al. , 2017; Civi- co et al. , 2018). Il rigetto massimo, pari a circa 2.4 m, è stato osservato nella zona centrale del segmento di M. Vettore. Rigetti cosismici di tale entità difficilmente sarebbero stati ipotizzati prima del terremoto del 30 ottobre 2016. La loro occorrenza ha quindi offerto spunti per la comprensione di alcune caratteristiche della scarpata di faglia su roccia, come ad esempio la presenza dei elementi geomorfologici sospesi al letto della faglia, che alternativamente sareb- bero rimaste di dubbia interpretazione (Fig. 1). Per analizzare in modo quantitativo tali caratte- ristiche morfologiche della scarpata di faglia sono necessarie misurazioni di precisione, seriate, che solo rilievi ad alta risoluzione consentono di realizzare. A tale scopo, i rilevamenti geologici di terreno sono stati integrati con scansioni laser terrestri e rilievi fotogrammetrici. Metodi e dati. Sono state acquisite 9 scansioni laser da terra mediante uno strumento FARO Focus 3DX330, di cui 6 da una distanza ravvicinata alla faglia e 3 da distanze via via crescenti (Fig. 1). Le scansioni laser sono state integrate con rilievi fotogrammetrici da terra con fotoca- mera CANON EOS 650D. In particolare, è stato analizzato un tratto di scarpata lungo circa 70 m, ubicato nella parte centrale del segmento di M. Vettore (sezione del Redentore), ad una quota di circa 2100 m s.l.m. Il processing dei dati ha consentito di ottenere una nuvola di punti 3D con spaziatura media fra i punti di 4±2 mm. Morfologia della scarpata di faglia. Sebbene il rilievo laser e fotogrammetrico sia stato finalizzato alla ricostruzione della parte basale della scarpata, la lunga gittata del Laser Scanner (ca. 300 m) ha consentito, per alcuni tratti, di fare ricostruzioni anche dell’intera scarpata di

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