GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale

GNGTS 2018 S essione 2.3 515 mentre i paleocanali sono riempiti da sedimenti argillosi. Nei primi 1000 m del pozzo Agosta1 (profondo 2.253 m) sono stati incontrati depositi sabbiosi Pleistocenici con intercalazioni di limi e argille (Supersintema Emiliano-Romagnolo), che sono sovrapposti ai depositi di origine marina Pliocenici (Sabbie di Asti). I livelli sabbiosi torbiditici delle Formazioni di Porto Garibaldi e Porto Corsini sono risultati mineralizzati a gas. Circa 8 km a Sud Est del giacimento di Agosta è presente l’importante giacimento di Dosso degli Angeli (Fig.2), in produzione dal 1971 tramite 32 pozzi di estrazione, profondi da 2.900 a 3.800 metri. I due reservoir, posti a quote differenti, sono considerati idraulicamente separati. Stima della subsidenza antropica e naturale nel sito di Agosta. Il proponente, attraverso un modello geomeccanico elasto-plastico agli elementi finiti, ha simulato la subsidenza attesa sia a Dosso che ad Agosta, dal 1980 fino al 2060, e ha confrontato i risultati con le stime disponibili per l’area in esame. Le misure assolute necessitano di essere depurate della componente di abbassamento del terreno non attribuibile all’estrazione di gas dal campo di Dosso, dovuta alla compattazione e ossidazione dei sedimenti superficiali ricchi in materia organica, all’eventuale pompaggio di acqua dal sottosuolo e alla tettonica. A seguito dell’analisi integrata delle misure storiche disponibili, il proponente ha stimato un valore di componente della subsidenza non attribuibile all’estrazione di gas pari a -5 mm/anno. Tale valore risulta consistente con i risultati degli studi di: a) Teatini et al. (2005), che stimano la subsidenza nel territorio di Ravenna negli anni 1897-1957, considerata dovuta solo a cause naturali; b) Bitelli et al. (2010), che hanno investigato i movimenti verticali nel periodo 1992-2000, tramite dati interferometrici calibrati con dati GPS e di livellazione geometrica. Inoltre, il proponente ha eseguito l’analisi di dati interferometrici dal 1992 al 2011 su un’area estesa da Ravenna fino a oltre Comacchio, comprendente le Valli di Comacchio. In particolare, sono state analizzate immagini in doppia geometria di acquisizione, ERS 1-2 Ascending (Asc) dal 1992 al 2001, ERS 1-2 Descending (Desc) dal 1992 al 2000, dati RADARSAT Asc dal 2003 al 2011 e RADARSAT Desc dal 2003 al 2011, elaborate con tecnica SqueeSAR TM (Ferretti et al. , 2011). Anche l’ARPA Emilia-Romagna (ARPAE) ha eseguito l’analisi di dati interferometrici, in particolare, ERS1-2 Desc per il periodo 1992-2001, ENVISAT Desc 2003- 2006, ENVISATAsc 2003-2006 e RADARSATAsc 2006-2011. Inoltre, ARPAE ha pubblicato le Carte della velocità verticale della Regione per gli anni: a) 1992-2000, basata su dati di livellazione geometrica; b) per gli anni 2002-2006, basata su dati interferometrici ENVISAT Asc e Desc, e RADARSAT-1 Asc, calibrati con dati di livellazione; c) per gli anni 2006-2011, basata sull’elaborazione SqueeSAR di dati RADARSAT-1 Asc, calibrati con 16 stazioni GPS (Bitelli et al., 2015). Confrontando, nella zona di Dosso degli Angeli, i dati non calibrati in possesso di ARPAE e del proponente, si può notare che per l’intervallo 1992-2000 ci sono differenze tra 5 e 10 mm/a, per l’intervallo 2003-2006 differenze fino a oltre 10 mm/a, mentre nell’intervallo 2006-2011 le velocità sono concordanti. Il proponente ha poi calibrato i dati tramite la stazione CGPS in continuo di Smarlacca (RA), controllata e certificata dall’Università di Bologna. I punti entro una distanza di 150 m dal CGPS di Smarlacca sono stati calibrati e la loro velocità media risulta di –8 mm/a per l’intervallo 2003-2006 e di -6 mm/a per l’intervallo 2006-2011. Il proponente ha anche analizzato dati SqueeSAR di immagini COSMO-SkyMed Asc e Desc per il periodo 2012-2015, calibrati col CGPS di Smarlacca: nell’area del campo di Agosta la velocità media risulta di -4 mm/a, mentre nella zona di Dosso -5,5 mm/a. Come detto, nella simulazione del modello geomeccanico, il proponente ha assunto la componente di subsidenza non attribuibile all’estrazione di gas (dal campo di Dosso) pari a -5 mm/a. In otto punti di controllo, localizzati nell’area di Agosta e Dosso, la simulazione della subsidenza risulta in buon accordo con i dati GPS, di livellazione geometrica e InSAR disponibili. Pertanto, nella simulazione al 2030, ad Agosta, a seguito della produzione dei campi di Agosta e Dosso, il proponente stima 17 cm di abbassamento antropogenico e 6,5 cm di abbassamento naturale (5 mm/a per 13 anni, ipotizzando l’inizio produzione di Agosta nel 2017). L’abbassamento indotto solo dal campo di Agosta, viene stimato in 15 cm.

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