GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale

GNGTS 2018 S essione 1.1 49 RILIEVO GRAVIMETRICO DI PIANO GRANDE DI CASTELLUCCIO DI NORCIA (NORCIA, PG) M. Di Nezza 1 , M. Di Filippo 2 , E. Falcucci 1 , S. Gori 1 , F. Galadini 1 1 INGV- Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma, Italy 2 CNR-IGAG Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria, Roma, Italy Vengono mostrati i risultati ottenuti dalla prospezione gravimetrica di dettaglio nell’area di Piano Grande di Castelluccio di Norcia (PGCN), nella zona epicentrale degli eventi sismici dell’Italia centrale del 2016, al fine di ottenere nuove informazioni circa l’assetto geologico- strutturale dell’altopiano, nonché definire l’andamento del substrato calcareo-siliceo-marnoso Meso-Cenozoico e gli spessori dei depositi Quaternari. Il PGCN è un altopiano a fondo pianeggiante e circondato da rilievi carbonatici caratterizzati da una morfologia a basso gradiente topografico, con quote che variano dai 1314 m s.l.m. (a Nord Ovest, sotto l’abitato di Castelluccio) ai 1285 m s.l.m. al centro della piana. La morfologia dolce del PGCN è attraversata da una incisione fluviale nel settore sud occidentale, che confluisce in un inghiottitoio dove raggiunge le quote più basse di 1258 m s.l.m. Il substrato geologico è costituito dalla successione pelagica calcareo-siliceo-marnosa Umbro-Marchigiana (Pierantoni et al. , 2013) affiorante sui rilievi di Monte Vettore, Colle Tondo e Monte Guidone, Monte Castello, Poggio di Croce, Monte Veletta, che bordano la piana. Dal Pleistocene Inferiore, la piana è stata sede di una sedimentazione continentale, lacustre, fluviale e di versante (Fig. 1, GE.Mi. NA, 1963); nella parte nord-occidentale, ai piedi del Monte Vettore, sono inoltre presenti estesi conoidi di deiezione interessati da dislocazioni tettoniche (Galadini and Galli, 2003). Misure gravimetriche eseguite dagli anni ‘60 agli ‘80 dello scorso secolo (SGI; Mostardini and Merlini, 1986; Carrozzo et al. , 1981, CNR 1991) erano finalizzate a studiare la porzione profonda della crosta e pertanto la spaziatura delle stazioni in superficie (1 stazione per 5 km 2 ) permette di definire solo strutture a carattere regionale. Inoltre, negli studi precedenti risultano solo alcune stazioni gravimetriche nella zona dei PGCN. Negli ultimi anni uno studio gravimetrico eseguito nel PGCN ha interessato due profili effettuati in corrispondenza delle strade asfaltate (Ruano et al. , 2012; Aringoli et al. , 2012; 2014). Studi geoelettrici eseguiti negli anni ‘80 del secolo scorso (Biella et al. , 1981) interpretano le anomalie di resistività come effetto della disarticolazione del substrato carbonatico in horst e graben ricoperti da spessori variabili di materiali di riempimento e copertura. Recenti studi di tomografia elettrica 2D (Villani and Sapia, 2017) analizzano solo un settore ristretto del PGCN interessato da fagliazione superficiale in corrispondenza delle conoidi ai piedi del Fig. 1 - Anomalie Residue dei PGCN: 1) ubicazioni delle stazioni gravimetriche; 2) traccia delle sezioni gravimetriche; 3) sondaggi (GE.Mi.NA, 1963); 4) substrato calcareo-siliceo-marnoso Meso-Cenozoico (da Pierantoni et al. , 2013). Intervallo delle isoanomale 0.2 mGal.

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