GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale

604 GNGTS 2018 S essione 3.2 Pugin, A. J. M., Larson, T.H. and Sargent, S.L., (2004) Near-surface mapping using SH-wave and P-wave seismic land-streamer data acquisition in Illinois and U.S., The Leading Edge, 23, 677–682. Sambuelli, L., Fiorucci, A., Dabove, P., Pascal, I., Colombero, C., Comina, C., (2017) Case history: A 5 km long waterborne geophysical survey along the Po river within the city of Turin (northwest Italy), Geophysics, 82 (6), pp. B189-B199. Telford, W. M., L. P. Geldart, and R. E. Sheriff (1990), Applied Geophysics, Cambridge University Press, 770 pp. Van Der Veen, M., Spitzer, R., Green, A.G., Wild, P., (2001) Design and application of towed land-streamer system for cost-effective 2-D and pseudo-3-D shallow seismic data acquisition, Geophysics, 66 (2), pp. 482-500. PROSPEZIONE GEOFISICA MULTI-PARAMETRICA PER LA CARATTERIZZAZIONE DI UN’AREA IN FRANA D. Barbero 1 , M. Naldi 2 1 Studio Geologico e Laboratorio Geotecnico Dott. Diego Barbero, Italy 2 Techgea s.r.l., Italy Introduzione. Lo sviluppodimodelli di indaginegeofisicaper immagini consentedi elaborare modelli geologici del sottosuolo sempre più realistici. L’utilizzo di tali modelli sviluppati a partire da metodi geofisici mono-parametrici (un unico parametro fisico) non consente di poter tradurre il modello geofisico in un modello geologico del sottosuolo attendibile. Le incertezze nell’elaborazione del modello sono infatti connesse non solo al numero di variabili geologiche, quali la presenza d’acqua o le differenze litologiche, ma anche all’incertezza interpretativa del singolo parametro fisico in assenza di una calibrazione diretta (sondaggi) o indiretta del sottosuolo (cartografia geologica). Per ridurre l’ambiguità interpretativa occorre analizzare tutte le variabili geologiche sito specifiche, che concorrono a influenzare i parametri fisici del sottosuolo attraverso un confronto di tali parametri con l’utilizzo combinato di più metodi di indagine geofisica, ovvero adottando un approccio multi-parametrico (Naldi e Barbero, 2016). I risultati presentati in questa ricerca evidenziano come l’utilizzo della prospezione geofisica multi-parametrica in un contesto geologico complesso consenta di ottenere un modello realistico del sottosuolo indispensabile per la messa in sicurezza di un’area in frana. Assetto geologico-strutturale. La frana oggetto delle indagini geofisiche si colloca nel Comune di Cantalupa (Piemonte Occidentale) nel settore collinare pedemontano ai margini della cosiddetta “Pianura Torinese Meridionale”. Il quadro geologico-strutturale in cui s’inserisce l’area in frana è piuttosto complesso. Esso è ascrivibile ai litotipi del “Massiccio Cristallino del Dora Maria” o “Unità Dora Maira” che, con le falde del Monte Rosa e del Gran Paradiso costituisce il più meridionale dei cosiddetti “massicci cristallini interni”. Le più recenti ricostruzioni paleogeografiche considerano i massicci cristallini interni come parte del margine paleo-africano (Balestro et al. , 1995). L’Unità Dora Maira è costituita da due principali complessi, strutturalmente sovrapposti (Cadoppi, 1990): - un basamento polimetamorfico con paraderivati e metabasiti, di età pre-carbonifera ubicato superiormente, costituito da micascisti e gneiss minuti con paragenesi di alta pressione a fengite, granato cloritoide e rutilo± glaucofane, cui si associano livelli di marmi a silicati e boudins di meta basiti con paragenesi eclogitiche riequilibrate in facies scisti verdi; - successioni monometamorfiche di probabile età permo-carbonifera poste inferiormente, rappresentate da metaconglomerati, gneiss minuti e metapeliti che costituiscono il cosiddetto “Complesso Grafitico del Pinerolese”. Incassati nel basamento polimetamorfico e nel “Complesso Grafitico del Pinerolese” vi sono corpi intrusivi con chimismo da granitico a dioritico, riferibili al ciclo magmatico tardo-

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