GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale

GNGTS 2018 S essione 3.2 605 ercinico, metamorfosati e variamente trasformati durante l’orogenesi alpina. Infine, al tetto del basamento polimetamorfico si rinvengono successioni di metasedimenti carbonatico-pelitiche autoctone o para-autoctone mesozoiche. Il substrato dell’area in esame è rappresentato da rocce afferenti al “Complesso degli Ortogneiss del Monte Freidour” rappresentato da gneiss occhiadini e ghiandolari con associati a filoni aplitici di età pre-Carbonifera. Al di sopra si sviluppa una coltre di depositi glaciali di ablazione, costituiti da ciottoli e blocchi di ortogneiss occhiadini in un matrice ghiaioso-sabbiosa di colore rossastra per la presenza di un paleosuolo argilloso rosso-bruno. Tali depositi sono distribuiti in lembi a diverso sviluppo altimetrico sui rilievi collinari pedemontani ( pediment o glacis ) che costituiscono le ampie superfici terrazzate inclinate verso SE di conoidi coalescenti geneticamente riconducibili a processi fluvio-torrentizi. M etodi . Per la caratterizzazione litostratigrafica dei primi 20 metri di sottosuolo dell’area franosa (Fig. 1) che ha coinvolto il piazzale di valle e il muro di un fabbricato residenziale, per una lunghezza di circa 80 m e un’altezza di circa 3-4 m è stata adottata un’indagine geofisica consistita in: - indagine geoelettrica multielettrodo: gli stendimenti sono stati posizionati a monte (sez. A-B) e a valle (sez. C-D) dell’area in frana con direzione parallela alle isoipse, con lo scopo di individuare venute d’acqua nel corpo di frana; - indagini sismiche a rifrazione (onde di compressione) (SIS) in prossimità del fabbricato: gli stendimenti sono stati disposti a croce, con il centro delle indagini posizionato in corrispondenza del cedimento della pavimentazione del piazzale (zona di massimo rigetto); Fig. 1 - Sito d’intervento e piano delle indagini geofisiche.

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