GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale

GNGTS 2018 S essione 3.2 609 a granulometria grossolana o con materiali riferibili al substrato roccioso molto fratturati, parzialmente saturi; infine un elettrostrato basale che presenta resistività medio-alta (ρ ≥ 500 Ohm·m). La sezione C-D (ERT2) (Fig. 2) evidenzia una sequenza elettrostratigrafica caratterizzata da due livelli principali con una scarsa regolarità nella distribuzione dei gradienti: un elettrostrato conduttivo (80÷250 Ohm·m) definito da spessore variabile e compreso tra 10 m – tra le progressive 30÷50 metri – e 20 m nel settore centrale della linea. I valori di resistività misurati sono compatibili con depositi sabbiosi e sabbioso-ghiaiosi con matrice limosa o con materiali derivanti da forte alterazione del substrato roccioso parzialmente saturi e un elettrostrato di fondo caratterizzato da resistività medio-alta (ρ ≥ 500 Ohm·m) e compatibile con materiali litoidi fratturati. Indagini sismiche. La sezione SIS1 (sez. E-F) di velocità delle onde di compressione (Vp) (Fig.2) evidenzia i livelli superficiali detensionati per effetto del cedimento del muro. In profondità si riconoscono due livelli sismostratigrafici distinti: uno superiore, caratterizzato da spessore medio pari a 15 metri (velocità comprese tra 750 e 1200 m/s) e coincidente con depositi scarsamente omogenei a basso grado d’addensamento, e uno profondo, con velocità delle onde sismiche superiori a 1200 m/s, consistente in materiali a medio addensamento con densità crescente in profondità. La sezione SIS2 (sez. G-H) evidenzia livelli superficiali a bassa velocità tra le progressive 20÷40 metri e all’estremo meridionale della linea. La sezione evidenzia due livelli: uno superiore, caratterizzato da spessore medio pari a circa 12 metri e velocità comprese tra 600 e 1200 m/s, coincidente con depositi a basso grado d’addensamento, e uno profondo, definito da materiali a medio addensamento (Vp ≥ 1200 m/s) con densità crescente in profondità. Il modello di velocità delle onde di taglio (Fig. 2), acquisito mediante uno stendimento disposto parallelamente alla sezione E-F, consente di apprezzare due significative variazioni sismo stratigrafiche: un’interfaccia molto superficiale evidenzia materiali sciolti in spessore pari a circa 2-3 metri (Vs < 200 m/s); un secondo passaggio viene evidenziato alla profondità di 10 m circa, a letto di un’unità superficiale definita da velocità delle onde di taglio compresa tra 190 e 390 m/s e include un’inversione di velocità. Discussione. L’indagine geoelettrica evidenzia un’alternanza di strati sabbiosi (media resistività) e limosi (bassa resistività), con intercalazioni di lenti ghiaiose e poggianti su un probabile substrato roccioso a elevata resistività elettrica. Valori di resistività elettrica molto bassi suggeriscono che le lenti di limo siano verosimilmente sature d’acqua nella zona di dissesto. Il confronto con l’indagine sismica a rifrazione evidenzia come le lenti di limo superficiale (lenti sature) siano caratterizzate da velocità delle onde di compressione molto basse (Vp < 500 m/s), indicative di terreni allentati. Inoltre, la prova MASW un primo strato detensionato (riporto in frana) con velocità delle onde di taglio inferiori a 200 m/s. A circa 3 m di profondità si assiste ad un incremento della velocità delle onde di taglio, a valori di circa 400 m/s, e corrispondenti con limi saturi con rari ciottoli di ghiaia. A circa 7 m di profondità si osserva una netta inversione di velocità (Vs pari a circa 200 m/s tra 7÷9.5 m) identificato anche con la sezione sismica in onde di compressione. Si tratta di una zona di sabbia limosa detensionata più profonda, potenzialmente attivabile come superficie di scivolamento in caso di aumento della pressione interstiziale. Oltre i 9.5 m di profondità la velocità delle onde di taglio ritorna a valori medio alti e, come verificato dai valori di SPT misurati nel sondaggio, si tratta di depositi a elevato grado di addensamento. Considerazioni conclusive. Il caso studio presentato evidenzia come nel campo della prospezione geofisica si assista spesso a un’ambiguità interpretativa dei parametri fisici misurati a causa anche delle numerose variabili geologiche in gioco. Al fine di ridurre il numero delle variabili geologiche e, di conseguenza, l’ambiguità interpretativa occorre effettuare un’analisi multi-parametrica che dovrà essere necessariamente calibrata con dati geologici diretti o indiretti. L’analisi multi-parametrica incrociata con i dati geologici a disposizione ha permesso

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=