GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale

GNGTS 2018 S essione 3.2 651 Tell. Lo scopo della campagna di investigazione era quello di fornire l’evidenza di strutture di interesse archeologico nelle immediate vicinanze di una zona già interessata da scavi precedenti. La superficie sub-pianeggiante investigata è di complessivi 26000 m 2 , collocata a quote comprese tra 340 e 350 m s.l.m. e risulta dalla fusione di maglie rettangolari di differente area (50x50 m, 40x50 m, 25x50 m, 12.5x50 m). Le misurazioni sono state effettuate mediante magnetometro ai vapori alcalini (GEM GSMP40G) in configurazione gradiometrica, rivelatosi in grado di garantire una stabilità ed una precisione ben maggiore rispetto ad un precedente strumento (Gem GSM-19GF) utilizzato nel corso di test preliminari. Data la frequenza di campionamento adottata (5 misure/sec), il passo di campionamento è risultato di circa 0.1 m lungo profili equidistanti tra loro 0.5 m tra loro. Sin dai primi test preliminari è apparsa chiara la problematicità del sito dal punto di vista della qualità del dato, caratterizzata da misure strumentali con elevato rapporto S/N. Ciò non era dovuto solo alla sostanziale debolezza delle anomalie misurate, dovuta agli scarsi contrasti di suscettività tra i manufatti sepolti ed il mezzo circostante ma anche a terreni disseminati di numerosissimi frammenti di mattoni cotti, roccia basaltica e metallo, costituenti nel loro insieme una cospicua sorgente di noise. Una sessione di test, condotti modificando la geometria del sistema a doppio sensore, ha indotto ad abbandonare la tradizionale configurazione gradiometrica (distanza sensori: 1 m; altezza media da suolo: 1 m) e ad optare per una configurazione apparentemente poco ortodossa (distanza tra sensori: 0.25 m; altezza media dal suolo: 1.32 m) che ha tuttavia fornito risultati nettamente migliori, attenuando l’ampiezza dei segnali generati dai soli corpi piccoli, altamente magnetizzati e posti in prossimità della superficie. I dati acquisiti sono stati sottoposti alla consueta fase di pre-processing per la rimozione del noise e per esaltare le componenti del segnale presumibilmente associate alle sorgenti di interesse archeologico: a) “despiking” (eliminazione delle misure con valori così estremi da comprimere la scala di misurazione, a discapito della leggibilità delle mappe); b) AGC per prevenire l’oscuramento delle anomalie di maggiore interesse, ma spesso di ampiezza limitata, da parte di anomalie con ampiezze superiori anche di alcuni ordini di grandezza; c) correzione dell’ “heading error mediante equalizzazione del valor medio del campo misurato tra profili pari e dispari; d) correzione del cosidetto “zig-zag error” mediante metodo statistico basato su cross-correlazione dei dati lungo profili adiacenti (Ciminale and Loddo, 2001); e) soppressione del residuo rumore ad alta frequenza ancora presente nel segnale mediante filtraggio direzionale basato su trasformata discreta di wavelet (DWT; Fedi and Florio, 2003). Infine, le anomalie del campo magnetico sono state ridotte al polo per una più precisa localizzazione dei corpi sorgente. La mappa risultante del gradiente verticale del campo magnetico (Fig. 2) mostra diverse anomalie il cui andamento evidenzia geometrie che si articolano con una regolarità che difficilmente si concilia con l’ipotesi di un’origine naturale mentre, al contrario, sembra compatibile con strutture di origine antropica. La fase successiva, finalizzata ad una caratterizzazione delle sorgenti sepolte più promettenti e significative dal punto di vista archeologico, è stata affrontata mediante un approccio multi- scala mediante impiego del metodo DEXP (Depth from Extreme Points, Fedi, 2007). DEXP è basato sull’analisi simultanea del campo continuato a varie quote rispetto al livello di misura, accoppiata con la differenziazione dei dati. Essa consente un buon livello di risoluzione anche in presenza di noise elevato. DEXP è una quantità correlata alla distribuzione della sorgente e pertanto agisce come tecnica di imaging 3D (Fedi e Pilkington, 2012) in grado di fornire utili informazioni su posizione e profondità dei corpi sorgente nonché sulla loro morfologia mediante la stima dell’indice strutturale. Pertanto la tecnica si presta ad una efficace ricostruzione tridimensionale di strutture sepolte di significato archeologico. Risultati. Il metodo DEXP è stato impiegato per interpretare alcune delle più significative anomalie riconosciute mediante analisi qualitativa della carta del gradiente verticale. Tra esse

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