GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale
656 GNGTS 2018 S essione 3.2 idrogeologiche di ciascun corpo idrico, attraverso una fase di indagine che preveda la raccolta e l’analisi dei dati disponibili relativi a test di emungimento eseguiti in pozzi gestiti da enti pubblici (EAS, Genio Civile, Aziende Acquedottistiche, Comuni, Province, Consorzi irrigui, ENEL, ecc.). I dati esistenti, che appaiono carenti per numero e distribuzione territoriale, devono essere integrati ed aggiornati procedendo con la realizzazione di campagne di test di pompaggio a gradini, di risalita e prove di falda in pozzi, mirate alla determinazione di alcune caratteristiche idrogeologiche puntuali, di portata specifica degli impianti di emungimento e per la determinazione dei parametri idraulici. Con tali prove sarà possibile stabilire il rapporto tra la portata di ciascun pozzo e l’entità della risorsa sfruttata. Saranno inoltre effettuate campagne idrogeochimiche finalizzate, specialmente in corpi idrici complessi, alla valutazione delle eventuali interconnessioni tra gli acquiferi e alle modalità di circolazione dei deflussi sotterranei. Infine, si stanno acquisendo diverse indagini geofisiche, calibrate con dati di tipo diretto (pozzi, sondaggi), particolarmente utili ai fini della definizione della geometria degli acquiferi (profondità del substrato e spessore della zona satura). Nella prima parte del progetto è stata eseguita una revisione di tutti i dati disponibili nelle aree in esame, allo scopo di definire in modo preliminare le strutture sepolte costituenti la prosecuzione di quelle riconosciute in superficie, permettendo quindi di stimare i volumi idrici immagazzinati. Tuttavia i settori dell’isola per i quali sono disponibili studi geofisici di sottosuolo sono comunque limitati e distribuiti in maniera disomogenea sul territorio. Pertanto, oltre alla reinterpretazione dei dati pregressi, sono in corso nuove campagne di indagini geofisiche nelle aree geologiche complesse e/o sui territori carenti di dati. Le tecniche di prospezione geofisica utilizzate comprendono i sondaggi elettrici verticali (SEV), le tomografie elettriche e sismiche, indagini elettromagnetiche, misure di microtremore e logs in foro di vario tipo. La scelta delle metodologie dipende dalle profondità da raggiungere, dalla disponibilità degli spazi e ovviamente dalla litologia dei corpi idrici. In funzione della densità di pressioni (ai sensi del D.Lgs. 30/2009) qualitative e quantitative sono stati scelti i primi corpi idrici da analizzare. In particolare le prime indagini ed analisi sono state eseguite per il corpo idrico Piana di Bacellona-Milazzo. Il corpo idrico Piana di Barcellona-Milazzo. Il corpo idrico Piana di Barcellona- Milazzo si trova all’interno del complesso dei Monti Peloritani, il settore più orientale e geometricamente più elevato della “ Sicilian Fold and ThrustBelt” (Catalano et al. , 2013a-d; Gasparo Morticelli et al. , 2015). Esso, insieme al Massiccio dell’Aspromonte, rappresenta la terminazione meridionale dell’Arco Calabro-Peloritano (ACP) (Amodio Morelli et al. , 1976). L’orogene Peloritano risulta formato da una serie di scaglie tettoniche sud-vergenti, costituite da un basamento cristallino Paleozoico e relative coperture sedimentarie Meso-Cenozoiche, impilate le une sulle altre a partire dall’Oligocene superiore-Miocene inferiore (Giunta e Nigro, 1999; Lentini e Carbone, 2014). In particolare, il corpo idrico in esame ricade interamente sul versante tirrenico della dorsale dei Monti Peloritani che rappresenta l’elemento orografico dominante della Sicilia nord-orientale. Il settore costiero è invece caratterizzato da un’estesa piana alluvionale parallela alla linea di costa, sviluppata in corrispondenza di una depressione tettonica. Questo sistema è controllato da due sistemi principali di faglie orientate NO-SE e NE-SO (Nigro e Sulli, 1995). Una coltre di depositi alluvionali recenti (Olocene), con spessore massimo di 90-100 m, colma questa depressione (Ferrara, 1999). Procedendo verso i settori più interni invece affiorano i terreni di copertura sin-post collisionali. Infine, il settore centro- orientale dell’area in esame è caratterizzato da estesi affioramenti di metamorfiti erciniche appartenenti all’Unità dell’Aspromonte e dell’Unità di Alì (Lentini, 2000). In Fig.2 sono riportati i dati pregressi relativi al corpo idrico Piana di Barcellona-Milazzo, costituiti in prevalenza da Sondaggi Elettrici Verticali e pozzi. Questi dati sono in fase di elaborazione per la costituzione di un modello geofisico 3D di resistività elettrica, estrapolato da più di 150 sondaggi elettrici verticali. Questo modello, utilizzando le tarature fornite dalle
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