GNGTS 2018 - 37° Convegno Nazionale
GNGTS 2018 S essione 1.1 83 With respect to the latter, we have explored a range of values in the brittle and ductile fields, and the results are not critically parameter-dependent. References Barchi, M., Mirabella, F., Collettini, C., Pucci, S., Chiraz, P., Troiani, E., Burzi, A., Ciribifera, G. and Pialli, G.;1999: Geometria delle strutture estensionali lungo due sezioni geologiche attraverso l’area colpita dal sisma Umbro- Marchigiano del 1997- 98. GEOITALIA 1999, 2° Forum FIST, Bellaria, 20-23 Settembre 1999, Riassunti , 1 , 317-328. Boncio, P. and Lavecchia, G.; 2000: A structural model for active extension in Central Italy . Journal of Geodynamics, 29 , 233-244. CNR; 1994: Surface heat flow density map of Italy . In: Atlas of geothermal resources in Europe, Italy – Updating 1994. Chiaraluce, L., C. Chiarabba, C. Collettini, D. Piccinini, and M. Cocco; 2007 : Architecture and mechanics of an active low-angle normal fault: Alto Tiberina Fault, northern Apennines, Italy , J. Geophys. Res., 112 , B10310, doi:10.1029/2007JB005015. Collettini, C., and Barchi, M. R.; 2002: A low-angle normal fault in the Umbria region (Central Italy): a mechanical model for the related microseismicity . Tectonophysics, 359(1), 97-115. De Franco, R., Ponziani, F., Biella, G., Boniolo, G., Caielli, G., Corsi, A., Maistrello M., and Morrone, A.; 1998: DSS-WAR experiment in support of the Crop-03 project. Memorie della Società Geologica Italiana, 52 , 67–90. Marson, I., Cernobori, L., Nicolich, R., Stoka, M., Liotta, D., Palmieri, F., and Velicogna, I.; 1998: CROP03 profile: a geophysical analysis of data and results : Memorie della Società Geologica. Italiana, 52 , 123-137. Mirabella, F., Brozzetti, F., Lupattelli, A.and Barchi, M. R.; 2011: Tectonic evolution of a low-angle extensional fault system from restored cross-sections in the Northern Apennines (Italy). Tectonics, 30(6). https://doi. org/10.1029/2011TC002890 Piccinini, D. Cattaneo, M., Fabbri, J. ; 2003: A microseismic studyin a low seismicity area of Italy:the Città di Castello 2000-2001 experiment . Annals of Geophysics, 46 , 6. Trumpy, E. and Manzella, A.; 2017: Geothopica and the interactive analysis and visualization of the updated Italian National Geothermal Database . International Journal of Applied Earth Observation and Geoinformation 54 , 28- 37. PUÒ ESSERE UN VANTAGGIO CHE IL TEMPO DI ACCADIMENTO DI UN TERREMOTO SIA ANTICIPATO? N.A. Pino, V. Convertito INGV, Osservatorio Vesuviano, Italy I moti delle placche terrestri producono nel corso di secoli o millenni l’accumulo di sforzo che viene rilasciato in secondi o minuti durante grandi terremoti. A loro volta, i forti terremoti provocano perturbazioni transitorie e permanenti sulle faglie circostanti, inducendo variazioni nella distribuzione degli sforzi su aree estese, che generano aree in cui la rottura è sfavorita e altre in cui è incrementata, quindi avvicinando il momento in cui uno specifico terremoto sarebbe avvenuto. In generale, le variazioni di sforzo indotte da un terremoto possono presentare eterogeneità su lunghezze d’onda comparabili o inferiori rispetto alla lunghezza delle faglie, producendo contemporaneamente aree di aumento e di diminuzione di sforzo di Coulomb su uno stesso piano di faglia. Tuttavia, nell’analizzare le possibili relazioni tra le variazioni indotte dalla rottura originaria e il terremoto innescato, la maggior parte degli studi pubblicati su questo argomento focalizzano l’attenzione sulla posizione dell’ipocentro dell’evento generato rispetto alle aree in cui il terremoto originario ha causato incrementi dello sforzo di Coulomb e solo pochi autori hanno invece investigato la relazione tra le variazioni di sforzo di Coulomb e la distribuzione della dislocazione associata al terremoto innescato.
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