GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale
GNGTS 2019 S essione 1.1 85 metodi radiometrici dall’Ultimo Massimo Glaciale all’epoca Moderna (Fig. 2). Quella del Monte Alvagnano mostra effetti di fagliazione databili sicuramente ad un periodo successivo al Neolitico (datazioni 14 C; Fig. 3), in accordo anche alle notizie storiche che riportano estese rotture in occasione del terremoto del 1703 (si veda in Galli et al. , 2018). Fig. 3 - Monte Alvagnano: fagliazione dei depositi di versante tardo olocenici. Ai piedi della persona a sinistra si trova un livello ricco in carboni, datato al Neolitico (età 14 C). Fig. 2 - Fagliazione di depositi di versante tardo-glaciali e storici lungo uno splay antitetico della faglia di Cascia. Il suolo sottostante i depositi detritico-colluviali ha un’età 14 C di ~22 ka. Conclusioni . Il ritrovamento di materiale archivistico coevo ed inedito ha consentito di approfondire le conoscenze sugli effetti e sull’estensione del poco studiato terremoto del 1599, indirizzando anche la successiva ricerca geologica della possibile struttura responsabile di questo e degli altri forti eventi della zona. La distribuzione degli oltre 40 punti di intensità ricalcolati hanno indicato, come area sorgente del 1599, il bacino intermontano di Cascia l.s., del quale sono state rilevate in dettaglio le faglie bordiere (faglia di Cascia), e la loro prosecuzione verso sud (faglia del Monte Alvagnano). Entrambe mostrano, in diversa misura, evidenze geologiche di fagliazione di superficie nel corso della parte terminale del Pleistocene Superiore, sino al Presente. Considerando l’area epicentrale del terremoto del 1599, è quindi altamente probabile che la genesi dello stesso vada ascritta, in toto o in parte, a queste due faglie. È invece certo che la faglia del Monte Alvagnano, e parte di quella di Cascia, si siano attivate in occasione del terremoto del 1703, insieme al resto dei segmenti che compongono il sistema di Norcia, così come d’altronde testimoniato da fonti coeve. I risultati di questo lavoro, oltre a provare per la prima volta l’attività delle faglie di Cascia e dell’Alvagnano, sembrano confermare l’idea che il sistema di faglie di Norcia si possa rompere sia nella sua interezza, generando eventi di elevata magnitudo (Mw 6.9), che per segmenti singoli o raggruppati, dando origine ad eventi di magnitudo prossima o superiore a 6, questi ultimi, verosimilmente, non accompagnati da fagliazione di superficie. .
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