GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale
GNGTS 2019 S essione 1.1 119 impedisce lo studio di dettaglio. Per questo motivo le trincee paleosismologiche sono state scavate ai margini orientali (Col Canil) e occidentali (San Vito) dell’abitato. Nel primo caso la trincea ha attraversato una spessa coltre di colluvi depostisi probabilmente entro una bassura (probabilmente una valle sepolta), mentre le altre due trincee hanno interessato l’esteso conoide coalescente di età Ultimo Massimo glaciale (LGM) che caratterizza tutta la zona pedemontana alla base del massiccio carbonatico del Grappa. I risultati ottenuti indicano una intensa attività deformativa riferibile all’azione del retroscorrimento di Crespano del Grappa. Tale attività ha generato in particolare: i) il basculamento dei colluvi olocenici verso monte (i colluvi provenienti dal massiccio del Grappa immergono infatti di circa 35° verso Nord); ii) intensi fenomeni polifasici di liquefazione che hanno originato dicchi di dimensioni anche metriche e talora completamente obliterato la struttura sedimentaria dei depositi colluviali (Fig. 2); iii) una ampia zona di fratturazione che accompagna la scarpata morfologica e si associa ad un picco di polarizzazione indotta. Tale osservazione suggerisce che la faglia di Crespano ha raggiunto la superfice topografica probabilmente durante uno o più eventi che hanno generato gli importanti effetti di paleo- liquefazione; iv) il rigetto di circa 3-4 m dei depositi che formano il conoide LGM. Per quanto riguarda l’età della deformazione, le datazioni effettuate sui terreni coinvolti ( 14 C_metodo AMS, Beta Analytic) suggeriscono una attivazione della struttura probabilmente anche in epoca assai recente (storica ?) e comunque sicuramente post-LGM. Bibliografia Braga G.P. (1970) – L’assetto tettonico dei dintorni di Possagno (trevigiano occidentale). Lincei. Rendiconti Sc. Fis., Mat. e Nat. vol. XLVIII, aprile 1970. Castellarin A. e Cantelli L. (2000) - Neo-Alpine evolution of the Southern Eastern Alps. J. Geodyn., 30, 251-274. Linee guida per la gestione del territorio in aree interessate da FaglieAttive e Capaci (FAC), versione 1.0 Commissione tecnica per la microzonazione sismica, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome – Dipartimento della protezione civile, Roma, 2015. Galadini F., Poli M.E. e Zanferrari A. (2005) - Seismogenic sources potentially responsible for earthquakes with M≥6 in the eastern Southern Alps (Thiene-Udine sector, NE Italy). Geophys. J. Int., 161, 739-762. Locati M., Camassi R., Rovida A., Ercolani E., Bernardini F., Castelli V., Caracciolo C.H., Tertulliani A., Rossi A., Azzaro R., D’Amico S., Conte S., Rocchetti E. (2016) - DBMI15, the 2015 version of the Italian Macroseismic Database. Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. doi :http://doi.org/10.6092/INGV.IT-DBMI15 Parinetto, A. (1987) -Aspetti morfotettonici del versante meridionale del Grappa e delle colline antistanti, Unpublished Degree Thesis, University of Padova, Italy, 160 pp. Serpelloni E., Vannucci G., Anderlini L. e Bennett R.A. (2016) - Kinematics, seismotectonics and seismic potential of the eastern sector of the European Alps from GPS and seismic deformation data. Tectonophysics, 688, 157-181. WEB-BASED MACROSEISMIC DATA USED AS A “ROSETTA STONE” TO INTERPRET THE DEPTH OF HISTORICAL EARTHQUAKES P. Sbarra, P. Burrato, P. Tosi, P. Vannoli, V. De Rubeis, G. Valensise Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia The knowledge of the parameters of damaging earthquakes of pre-instrumental era is a crucial information for the seismotectonic characterization of slow deforming active regions and for the evaluation of the associated hazard. The indication of the hypocentral depth of the historical events may help to constrain their causative source, especially where active faults are spatially overlapped and occur with a wide range of different depths. As a matter of fact, the determination of the depth of pre-instrumental earthquakes is a long-standing geophysical
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