GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale
GNGTS 2019 S essione 1.2 149 tettonizzazione di questa piattaforma in seguito alla fase distensiva associata all’apertura della Tetide Ligure. Questo origina una configurazione ad horst e graben (Fig. 2) , caratterizzata da sequenze carbonatiche di acqua bassa (piattaforme Apula e Adriatica) e bacini a deposizione pelagica profonda (bacino Ionico e bacino di Belluno) (Mattavelli et al. , 1991; Vlahovic, 2005). La deposizione della piattaforma Adriatica, che affiora nelle Alpi Giulie (Italia, Slovenia e Croazia) delineatesi a partire dal Toarciano, prosegue fino al Cenozoico (Vlahovic, 2005). Spesso la parte sommitale della piattaforma è interessata da fasi erosionali di fine Cretacico e del Messiniano. Quest’ultima determina una importante unconformity, nota come Margin Erosional Surface (MES) (Lofi et al. , 2011). Durante il Cretaceo Superiore avvengono numerosi episodi di annegamento di settori della piattaforma, con deposizione di sequenze bacinali. La deposizione carbonatica termina generalmente con l’emersione regionale della piattaforma: per la piattaforma Adriatica questo avviene soprattutto alla fine del Cretaceo. La piattaformaApula si sviluppa similmente alla piattaformaAdriatica: la sequenza carbonatica affiora ampiamente in Puglia e nelle strutture a thrust di Maiella, Monte Alpi e nella penisola di Karaburun in Albania (Bosellini et al. , 1993; Argnani et al. , 1996; Nicolai e Gambini, 2007). A partire dall’Oligocene, le piattaforme e i domini pelagici sono ricoperti da sedimenti clastici flyschoidi provenienti dagli orogeni circostanti: a Nord la catena Sud-Alpina, ad Ovest gli Appennini e ad Est le Dinaridi/Albanidi. La piattaforma carbonatica Giurassico – Cretacea è spesso direttamente ricoperta da sedimenti di rampa (Bolognano Fm.) e/o da sedimenti evaporitici Messiniani (Gessoso Solfifera Fm.). Metodologia. L’esplorazione per la ricerca di idrocarburi nel mare Adriatico ha portato, a partire dagli anni ‘60, ad una estesa acquisizione di dati costituita da pozzi esplorativi e profili sismici. In questo lavoro sono state analizzate parte delle linee ministeriali e dei pozzi presenti nel dataset ViDEPI (dati pubblici ministeriali) delle zone A, B, D ed F relativi all’Adriatico (Fig. 1). Lo scopo iniziale è quello di definire le facies sismiche delle sequenze sedimentarie tarate dai pozzi e riconoscere e dettagliare i margini di piattaforma nella placca Adria e le strutture ad essi associate. Inoltre, i dataset forniti permettono la mappatura di orizzonti chiave (e.g Gessoso Solfifera, Marne a Fucoidi) per comprendere le dinamiche di evoluzione del bacino adriatico. Molti lavori presenti in letteratura hanno già delineato in alcuni settori dell’Adriatico i margini delle piattaforme carbonatiche Adriatica (Cati et al. , 1987; Grandic, 2009) e Apula (Zappaterra 1994; Nicolai e Gambini, 2007; Del Ben et al. , 2010, 2015). Partendo da questi precedenti lavori, si è innanzitutto prodotta una mappa di sintesi regionale procedendo quindi alla definizione delle facies sismiche. Le diverse fasi di lavoro seguite sono: 1) Analisi di pozzi di esplorazione, per l’identificazione delle formazioni geologiche e degli orizzonti riflettenti da interpretare, tramite utilizzo delle velocità sismiche note in letteratura o estrapolate dai pozzi disponibili. 2) Analisi delle facies sismiche delle formazioni chiave, tali da creare un database contenente le varie caratteristiche sismiche delle formazioni presenti. 3) Analisi di numerose linee sismiche presenti nel settore italiano del bacino Adriatico, in cui sono stati riconosciuti e in parte mappati alcuni orizzonti chiave (e.g. Base del Quaternario, livello Cineritico del Pliocene Medio, top della Fm. Gessoso Solfifera/ troncamento erosionale Messiniano, sequenza delle Marne a Fucoidi, top e base della piattaforma carbonatica). 4) Mappatura in TWT degli orizzonti di interesse. 5) Conversione in profondità degli orizzonti chiave tramite analisi delle velocità dei sedimenti sovrastanti e calibrazione con pozzi. Tale metodologia, applicata per ora solo nel settore centro/meridionale dell’Adriatico, ha permesso di identificare ed interpretare i margini della piattaforma carbonatica, caratterizzata da facies sismica trasparente eventualmente interessata da alcuni riflettori sismici interni. Questi
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