GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale

GNGTS 2019 S essione 2.1 257 del primo messaggio di allerta è stato compreso tra 8 e 10 minuti, inferiore al limite di 14 minuti stabilito come tempo massimo di rilascio del primo messaggio (stabilito dalla “Standard Operational Procedure” con cui il CAT-INGV è stato accreditato nell’ambito del sistema NEAMTWS e dalla Direttiva PCM “SiAM”). Il terremoto e lo tsunami di Kos-Bodrum (Grecia-Turchia) del 20 luglio 2017. La notte del 20 luglio 2017 un terremoto di magnitudo 6.6 ha colpito la zona del Dodecaneso, in un tratto di mare costellato di isole e promontori tra Grecia e Turchia (Heidarzadeh et al. , 2017). Nell’isola di Kos si registrarono i danni maggiori: ci furono diversi crolli, uno dei quali provocò la morte di due persone che erano in strada e furono travolte dalla caduta della facciata di un edificio fatiscente. L’isola in quel periodo dell’anno ospita decine di migliaia di turisti, che si sono rivelate completamente impreparate a un evento di quel genere. Sembra che anche i residenti non fossero consapevoli del rischio, in particolar modo di quello legato a un eventuale maremoto. L’ingressione causata dallo tsunami è stata fortunatamente modesta: le massime inondazioni rilevate non hanno superato 2 m in alcune località (Heidarzadeh et al. , 2017), un’altezza comunque pericolosa per chi si trovasse in prossimità della linea di costa. In questo caso il CAT-INGV ha determinato i parametri dell’evento e calcolato la magnitudo preliminare dopo meno di due minuti dal tempo origine. La soluzione che è stata adottata dagli operatori in turno al CAT, seguendo le procedure standard, è quella determinata da Early-Est cinque minuti dopo la prima soluzione (denominata EE05), disponibile circa 7-8 minuti dopo il terremoto. Nel caso del terremoto di Kos-Bodrum, il primo messaggio di allerta è stato inviato dal CAT-INGV a tutti i destinatari 10 minuti dopo il tempo origine dell’evento. Da notare che la prima inondazione è stata rilevata nel porto di Kos dopo 13-14 minuti dal terremoto, mentre quella più alta (oltre 1.5 m) è stata registrata dopo ulteriori 7-8 minuti (+21’ dall’evento). Sebbene l’allerta inviata dal CAT anche ai centri greco e turco sia arrivata quindi diversi minuti prima dell’inondazione, questa non ha raggiunto in alcun modo i cittadini in quanto il sistema di allertamento nei due Paesi è ancora carente per la parte downstream . Il terremoto e lo tsunami di Zacinto (Mar Ionio, Grecia) del 20 ottobre 2018. La notte tra il 24 e il 25 ottobre 2018 un terremoto di magnitudo 6.8 con epicentro al largo dell’isola di Zacinto, nel Mar Ionio, ha provocato l’attivazione del sistema di allertamento nazionale. In base ai parametri ipocentrali e alla distanza dalle coste, è stata emanata dal CAT un’allerta rossa per l’area intorno all’epicentro (in Grecia), e arancione per un’area di raggio 400 km dall’epicentro, che comprendeva anche parte delle regioni Calabria e Puglia. L’allerta è stata inviata dopo 8 minuti dal tempo origine dell’evento, utilizzando una soluzione automatica più rapida rispetto a quella cosiddetta EE005, come fatto per Kos-Bodrum. La scelta di basarsi su una soluzione più rapida è stata dettata dalla maggiore vicinanza dell’evento alle coste italiane. Come mostrato dalla Figura 2, i tempi di arrivo della prima onda di tsunami stimati dal CAT subito dopo il terremoto erano di circa 30 minuti per le coste italiane più prossime all’epicentro. L’evento è stato il primo banco di prova del sistema di allertamento nazionale, che prevede l’invio automatico dal CAT alla SSI del DPC tramite una piattaforma REST (REpresentational State Transfer, ovvero una rappresentazione del trasferimento di stato di un determinato dato), disegnata dal DPC per smistare rapidamente i messaggi a tutti i destinatari del sistema di protezione civile nazionale. Fortunatamente, il meccanismo focale del terremoto è stato di tipo trascorrente e quindi le variazioni del livello del mare osservate dai mareografi in Italia sono state contenute entro circa +/-20 cm. Nel 2019 (fino ai primi di ottobre) il sistema di monitoraggio si è attivato tre volte, in occasione di altrettanti eventi in Turchia meridionale, in Albania e nel Mar di Marmara, tutti di magnitudo di poco inferiore a 6 e quindi con un messaggio di sola Informazione. In questo intervento verranno descritte le attività svolte durante il monitoraggio dei terremoti e degli tsunami nel periodo 2018-2019, con particolare attenzione alle criticità emerse e alle soluzioni adottate per superarle. Verranno inoltre descritti gli avanzamenti metodologici effettuati nell’ultimo anno per la definizione di un modello della pericolosità da tsunami di origine sismica in Italia (MPTS), nonché i risultati di uno studio della percezione del rischio

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