GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale

GNGTS 2019 S essione 2.1 259 possono essere stimati a partire dai parametri epicentrali del terremoto grazie all’utilizzo di relazioni di attenuazione (Intensity Prediction Equations - IPE) che permettono di calcolare il decadimento dell’intensità macrosismica in funzione della distanza dall’epicentro e dell’intensità epicentrale o della magnitudo. Nel caso delle IPE, il carattere discreto ed ordinale dell’intensità macrosismica, l’incertezza associata al valore osservato e i possibili effetti locali si aggiungono alla elevata incertezza dei modelli di attenuazione generali. Per poter ridurre questa incertezza, l’intensità al sito calcolata dai parametri epicentrali può essere “corretta” sulla base di valori di intensità osservati per i medesimi terremoti in località vicine al sito in esame (Albarello et al. , 2007). A tal fine in questo studio è stata calcolata la distribuzione di probabilità (q) che l’intensità al sito (Is) differisca di una quantità pari a ∆I da quella osservata, per lo stesso terremoto, nella località più vicina (Iv) entro un raggio di 20 km. Per fare questo è stato costruito un dataset a partire dall’enorme disponibilità di dati di intensità presenti all’interno dell’ultima versione del Database Macrosismico Italiano DBMI15 (Locati et al. , 2016), che contiene più di 120.000 dati di intensità macrosismica che si riferiscono a circa 15.000 località. Da questi dati sono stati selezionati tutti i risentimenti dei terremoti con almeno 10 osservazioni macrosismiche di intensità maggiore o uguale a 5. Questa scelta è dovuta principalmente al fatto che DBMI15 può essere definito completo a partire da intensità al sito uguale a 5 e che un terremoto con almeno 10 osservazioni può essere ritenuto sufficientemente conosciuto. Per poter analizzare la distribuzione degli scarti ∆I fra il valore di intensità osservata al sito Is e quello osservato nella località più vicina Iv, a ciascuna delle osservazioni del dataset è stata associata l’osservazione più vicina entro un raggio di 20 km. È stato così possibile definire 55.546 coppie di intensità osservate al sito Is e intensità osservate nella località più vicina Iv per un totale di 13.001 località italiane riferite a 569 terremoti. Le osservazioni macrosismiche e i terremoti selezionati rispecchiano al meglio la sismicità italiana sia da un punto di vista della copertura temporale (dal 1117 al 2013) e sia dal punto di vista spaziale (geograficamente rappresentativi dell’area italiana). La distribuzione dei residui ∆I è stata calcolata tenendo conto del fatto che i dati di intensità sono riportati come dato “certo” (es: 6) e come dato “incerto” (es: 6-7). I dati incerti sono stati quindi trattati considerando come valori possibili ed equiprobabili i due gradi interi contigui (es: 6 o 7). Nell’ipotesi quindi che sia il valore Is che quello Iv siano incerti, sono stati calcolati alternativamente i residui dei quattro valori interi contigui considerati come descritto in Albarello et al. , 2007. Dall’analisi delle frequenze relative di questi residui è stato possibile stimare la probabilità q che l’intensità osservata al sito Is differisca di una quantità ∆I da quella relativa al sito vicino Iv. Dai risultati ottenuti (Tab. 1) si osserva che la probabilità che l’intensità al sito Is sia uguale all’intensità del vicino Iv, in un raggio di 20 km, è quasi del 50%. Sono state poi calcolate le distribuzioni di probabilità q relative a dei sottoinsiemi del dataset. Il primo sottoinsieme è stato creato in funzione della distanza fra le coppie Fig.1 - Distribuzione di probabilità q (∆I) totale confrontata con quelle relative alle 4 classi di distanza (0-5 km, 5-10 km, 10-15 km e 15-20 km).

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