GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale

278 GNGTS 2019 S essione 2.1 relativi alle singole stazioni, che hanno registrato i terremoti, oppure per identificare errori associati al terremoto stesso, come una non precisa localizzazione, oppure errori nel calcolo del tempo zero. Nel caso mostrato in Fig.1, che fa riferimento ad un esempio di un caso reale, vengono messe facilmente in evidenza (cerchiate in rosso) le anomalie dei residui associate sia ai ricevitori che ai terremoti. Questo permette di poter identificare e correggere i potenziali errori oppure eliminare direttamente i dati associati alle stazioni affette dalle anomalie, che possono influire sul risultato dell’intero modello, ripetendo eventualmente la procedura di inversione senza i dati affetti da errori. Risulta utile anche visualizzare i residui dei tempi direttamente sulla mappa di posizione dei terremoti oltre che, nel caso di procedure iterative (inversione + localizzazione ripetute), visualizzare gli spostamenti dei singoli eventi associati alle localizzazioni per ciascuna iterazione. In genere le maggiori anomalie saranno visibili per gli eventi localizzati nella zona marginale rispetto al nucleo centrale dei terremoti; fatto dovuto alla perdita di attendibilità del modello di velocità nella zona ai bordi del modello, causata dalla scarsa copertura (alto valore dello spazio nullo) nell’inversione. Variazioni verticali del modello. Il secondo strumento riguarda direttamente il modello di velocità risultante dall’inversione tomografica. A causa della caratteristica intrinseca degli algoritmi di tomografia, e in dipendenza anche dalla risoluzione della griglia utilizzata (in generale di 5-10 km in XY e 1-3 km in Z), il risultato della tomografia genera una distribuzione relativamente liscia dei valori di velocità nell’area indagata. Inoltre la scala colori usata per la rappresentazione di questi valori non sempre riesce a mostrare la reale variazione di velocità presente nel modello: un cambio di colore infatti non rappresenta necessariamente un confine netto tra due zone a velocità differente, associabile ad un marcato cambio di litologia. Per riuscire a differenziare meglio i cambi di velocità più marcati, indipendentemente dal colore associato, viene eseguita un’analisi sulla variazione delle velocità lungo la verticale del modello. Tale analisi prevede tre tipi di valori: il calcolo della derivata prima, che mette in evidenza il gradiente verticale sulle velocità; il calcolo della derivata seconda, che mette in Fig. 2 - Analisi della variazione verticale della velocità. (a) Esempio di curva di velocità con il calcolo del gradiente (curva rossa tratteggiata), della derivata seconda (curva verde) e della discretizzazione attraverso una funzione a gradini (curva blu). (b) Sezione verticale della velocità ottenuta dalla tomografia. (c) Stessa sezione con applicata la discretizzazione del campo di velocità, con evidenziate (curve bianche tratteggiate) le possibili discontinuità strutturali interpretate.

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