GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale

286 GNGTS 2019 S essione 2.1 Gutenberg B.; 1958: Microseisms. Advances in Geophysics 5, 53–92. Gutenberg B., 1911: Die seismische bodenunruhe. Ph.D. thesis University of Gottigen, Germany. (In German). Kanai K. and Tanaka T.; 1961: On microtremors VIII. Bulletin of the Earthquake Research Institute 39, 97–114. Köhler A., Ohrnberger M., Scherbaum F., Wathelet M. and Cornou C.; 2007: Assessing the reliability of the modified three-component spatial autocorrelation technique. Geophysical Journal International, 168(2), 779-796. https:// doi.org/10.1111/j.1365-246X.2006.03253.x. McNamara D.E. and Buland R.P.; 2004: Ambient noise levels in the continental United States. Bulletin of the seismological society of America, 94(4), 1517-1527. Okada H.; 2003: The Microtremor Survey Method . Geophys. Monograph Series, SEG, pp.129 Peterson J.; 1993: Observations and modeling of seismic background noise. US Geological Survey. Open-File Report, vol. 93-322. 42 pp. Seo K.; 1997: Comparison of measured microtremors with damage distribution. JICA, Research and Development Project on Earthquake Disaster Prevention. Yamamoto H.; 2000: Estimation of shallow S-wave velocity structures from phase velocities of love- and Rayleigh- waves in microtremors. Proceedings of the 12th World Conference on Earthquake Engineering, Auckland, New Zealand. LE SEQUENZE SISMICHE NEL CATALOGO DEI FORTI TERREMOTI IN ITALIA (CFTI) C. Ciuccarelli 1 , M.G. Bianchi 1 , G. Sgattoni 1 , G. Ferrari 1 , G. Tarabusi 1 , E. Guidoboni 1-2 , D. Mariotti 1 , A. Comastri 1 , G. Valensise 1-2 , G. De Francesco 3 1 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma, Italy 2 EEDIS-Centro euro-mediterraneo di documentazione Eventi Estremi e Disastri, Italy 3 Università degli Studi di Bologna - Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali, Italy Fin dalla sua prima versione (Boschi et al. , 1995), nel Catalogo dei Forti Terremoti in Italia (CFTI) sono state attribuite importanza e attenzione allo studio delle sequenze sismiche, isolando i foreshocks e gli aftershocks delle cosiddette “scosse principali” e inserendone le descrizioni di sintesi in uno specifico “commento storico-critico” dedicato, chiamato “Sequenza del periodo sismico”. Negli anni immediatamente successivi (1997-98), attraverso alcuni progetti specifici, il gruppo di lavoro CFTI ha sperimentato e cercato di mettere a punto uno studio dell’andamento cronologico delle sequenze sismiche in relazione all’intensità degli effetti, e al contempo di localizzare le diverse scosse: in sostanza, un tentativo di allargare, con un metodo rigoroso di analisi testuale, la finestra di osservazioni sull’andamento dell’attività sismica percepita da “testimoni umani” in epoche diverse, e conseguentemente conservata in testimonianze tipologicamente molto diverse. Nell’ambito dello studio approfondito della sismicità di aree specifiche, come ad esempio Catania e il suo circondario (Boschi e Guidoboni, 2001), Bologna (Boschi e Guidoboni, 2003) e l’Abruzzo (Guidoboni e Valensise, 2015), lo sviluppo di quel metodo ha dimostrato le potenzialità e la ricchezza informativa delle fonti storiche. Studiate mediante un’analisi comparata, le testimonianze coeve hanno consentito di ricostruire dettagliatamente la cronologia di accadimento delle scosse e in molti casi di assegnare un grado di intensità della scala Mercalli- Cancani-Sieberg (MCS) a ciascuna scossa per ogni località attestata, pur nella problematicità, di cui si dirà meglio nel seguito, posta dalla stima dei danni per scosse ravvicinate, o di scosse minori accadute dopo scosse di elevata intensità. Le lunghe sequenze avvenute in Italia nell’ultimo decennio (2009, 2012, 2016) hanno indotto il gruppo di lavoro CFTI ad approfondire ulteriormente questo ambito di studi macrosismici:

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