GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale
310 GNGTS 2019 S essione 2.1 Bibliografia Barelli A., Ceccarelli A., Dini I., Fiordelisi A., Giorgi N., Lovari F. and Romagnoli P. (2010) A review of the Mt. Amiata geothermal system (Italy). Proc. 2010 World Geothermal Congress, 25-29 Apr., Bali, Indonesia, 6pp Calamai A., Cataldl R., Squarci P. and Taffi L. (1970) Geology, geophysics and hydrogeology of the Monte Amiata geothermal fields. Geothermics 1 , sp. issue, 1-9 Cioni, R., Guidi, M., Pierotti, L., Scozzari, A., (2007). An automatic monitoring network installed in Tuscany (Italy) for studying possible geochemical precursory phenomena. Nat. Hazards Earth Syst. Sci. 7, 405–416. Pierotti L., Cortecci G. and Gherardi F. (2016) Hydrothermal gases in a shallow aquifer at Mt. Amiata, Italy: insights from stable isotopes and geochemical modelling. Isotopes in Environmental and Health Studies. doi.org /10.1080/10256016.2015.1113958 Pierotti L., Gherardi F., Facca G., Piccardi L. and Moratti G. (2017) Detecting CO 2 anomalies in a spring on the Mt. Amiata volcano (Italy). Phys. and Chem. of the Earth 98 , 161-172 Wyss, M. and Booth, D. C., 1997. The IASPEI procedure for the evaluation of earthquake precursors, Geophys. J. Int., 131, 423–428. ANALISI DELLA CONCENTRAZIONE DI RADON IN RELAZIONE ALLA SISMICITÀ LOCALE E A FORTI TERREMOTI LONTANI. DIPENDENZA DA MAGNITUDO, DISTANZA E MECCANISMI FOCALI A. Riggio, M. Santulin, A. Tamaro Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS, Trieste, Italy Dal novembre 2002, a Cazzaso, in Friuli, è in funzione un sistema di monitoraggio delle emissioni di gas radon in suolo. Il sistema è del tipo attivo a scintillazione e l’aria è pompata da un pozzo profondo 40 metri, a circa 7 metri dal piano di campagna e ad una distanza dalla falda acquifera di circa 10 metri. Il sito si trova a 670 metri sul livello del mare (Riggio, Sancin, 2005). Purtroppo questa lunga serie temporale, specialmente nei primi anni, presenta delle discontinuità causate da malfunzionamenti dell’alimentazione elettrica. In lavori precedenti (Riggio et al. 2015, Riggio et al. , 2018) gli autori hanno applicato varie metodologie per la ripulitura del dato dagli effetti meteorologici che possono influenzare l’andamento della circolazione del radon nei suoli e nelle acque, per poter analizzare le variazioni potenzialmente influenzate solamente dalla deformazione crostale. Cambiamenti nella chimica dei fluidi che si manifestano come fenomeni transienti possono fornire indicazioni sullo stato di deformazione e di conseguenza sulle varie fasi del ciclo del terremoto (Scholtz, 1973; Petrini et al. , 2012). L’interazione tra radon e deformazione è stata evidenziata attraverso la correlazione con i dati geodetici rilevati con i GPS della rete FReDNet gestita dall’OGS, con i dati INSAR del Ministero dell’Ambiente (Riggio et al. , 2018; Rossi et al. , 2018) e con i dati termici da satelliti (TIR) (Piroddi et al. , 2012; Riggio et al. , 2016). Durante il periodo in cui è stata acquisita la serie temporale oggetto del presente studio, si sono verificati molti terremoti con epicentri a differenti distanze dal sito di rilevamento radon e con magnitudo in un intervallo compreso tra 1 e 6,5 (Norcia). I dati utilizzati per il confronto con l’andamento delle emissioni radon sono quelli registrati dalla Rete Sismometrica dell’Italia Nord Orientale gestita dall’OGS e dalla Rete Sismometrica Nazionale Italiana gestita dall’INGV. Il primo approccio per lo studio delle possibili relazioni tra i fenomeni transienti dei fluidi e i terremoti, è quello di considerare la relazione magnitudo-distanza-anomalia, ma spesso terremoti che secondo questa relazione dovrebbero produrre analoghe anomalie, non sembrano causare le stesse variazioni nella concentrazione di radon. Nel presente lavoro si vuole verificare se il differente meccanismo focale, l’azimut fra l’epicentro e il sito di rilevamento radon in aggiunta alla relazione distanza-magnitudo, sempre
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