GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale

GNGTS 2019 S essione 2.1 315 • profondità ipocentrale; • geometria, tipologia e cinematica delle strutture attive e potenzialmente attive riconosciute (DISS Working Group 2015; Martelli et al. , 2017). Nella definizione dei limiti geografici delle nuove zone è stata posta particolare attenzione alle conoscenze sismotettoniche in termini di condizioni tettoniche e storia sismica, allo scopo di evitare un’eccessiva estrapolazione delle caratteristiche locali che potrebbe comportare una “mediazione” della pericolosità interna, con sottostima della pericolosità delle strutture più attive e sovrastima di quelle meno attive. Questa nuova zonazione è generalmente più dettagliata di quella nazionale attualmente in vigore (ZS9, Meletti et al. , 2008). Quando le differenze tra le nuove zone e quelle della ZS9 sono risultate minime, in termini di limiti geografici e caratteristiche sismotettoniche interne, i limiti e le definizioni adottati sono gli stessi delle zone ZS9. Per alcune zone sono ritenuti possibili più meccanismi di rottura; in tali casi, quando le informazioni lo permettevano, sono state attribuite diverse stime percentuali di accadimento. Le principali novità della zonazione proposta consistono pertanto in una suddivisione di alcune zone ZS9 molto estese che (Martelli et al. , 2017) includono strutture sismogeniche con differente geometria e meccanismo di rottura e l’introduzione di nuove zone comprendenti aree finora non considerate sismogeniche. La nuova versione del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI15) è stata utilizzata per il calcolo della pericolosità. Il catalogo è caratterizzato da varie innovazioni significative rispetto a quelli precedenti e copre quasi tutto il territorio italiano insieme ad alcune aree e mari limitrofi, raccogliendo 4584 terremoti, nel periodo 1000-2014. Fig. 2 - Schema del metodo ibrido utilizzato per il calcolo dello scuotimento tramite approccio DSHA. Si suppone che In Italia i terremoti più forti rilasciabili abbiano un tempo di ricorrenza millenario. Una probabilità di superamento del 2% in 50 anni, corrispondente ad un periodo di ritorno di 2475 anni, può quindi essere considerata ragionevole per calcolare uno spettro a pericolosità uniforme (UHRS) di riferimento per valutare la rappresentatività di uno spettro legato al massimo terremoto credibile (MCE). Pertanto, la disaggregazione della pericolosità sismica ottenuta applicando l’approccio probabilistico, calcolata per il periodo di ritorno di 2475 anni, ci fornisce la sorgente (in termini di coppia magnitudo-distanza) che ha maggiormente influenzato la stima di pericolosità per i siti considerati in questo studio.

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