GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale

18 GNGTS 2019 S essione 1.1 Per quanto riguarda le strutture in calcestruzzo armato (c.a.), negli edifici più datati (cl. C) si è osservata la rottura dei tramezzi e tamponature e, in qualche caso, lesioni ai pilastri (Fig. 2), mentre in quelli recenti (cl. D) si sono rilevati solo lievi danni (1-2 grado). Il quadro dei danni osservati in quest’area porta all’assegnazione del grado di intensità 8 EMS. Uno scenario meno grave ma ancora rilevante, pari ad una intensità 7 EMS, con danni strutturali moderati agli edifici in muratura (cl. B) e non-strutturali a quelli in c.a. (cl. C) ha interessato le frazioni e contrade collocate in posizione più periferica rispetto alla fascia di massimo danneggiamento e lungo il settore centrale della faglia di Fiandaca. In tale area si osservano ancora alcuni crolli parziali (4 grado) di edifici rurali (cl. A). Infine, danni diffusi ma di lieve entità (intensità 6 EMS) – caduta di intonaci, piccole lesioni, scollamenti tra strutture portanti e tramezzature – sono stati rilevati nelle località circostanti di Zafferana Etnea Monterosso, Linera, e lungo il settore sud della faglia di Fiandaca (per es. a S. Maria la Stella). Complessivamente, sono alcune centinaia gli edifici dichiarati inagibili a causa del terremoto. Va infine rilevato che la presenza di vistosi effetti di fagliazione superficiale (EMERGEO WG, 2019), ha contribuito ad aggravare lo scenario di danno prodotto dal terremoto, dato che numerose infrastrutture, principalmente reti dei servizi (tubature di acqua e gas) e strade (inclusa l’autostrada A18 Messina-Catania), hanno subìto interruzioni funzionali più o meno lunghe, se non permanenti. L’areale di risentimento del terremoto è complessivamente ampio, esteso a buona parte della Sicilia orientale fino ad una distanza di circa 70-80 km dall’epicentro, particolarmente verso sud nel settore ibleo) (Fig. 3). Note conclusive. Il quadro degli effetti macrosismici rilevati conferma, come già noto in letteratura, che il terremoto del 26 dicembre 2018 presenta le caratteristiche macrosismiche tipiche dei terremoti superficiali all’Etna: danni gravi su un’area relativamente poco estesa, alta intensità epicentrale associata a valori di magnitudo moderati (Azzaro et al. , 2011), elevata attenuazione dell’intensità a brevi distanze epicentrali, soprattutto in direzione ortogonale alla sorgente. In particolare, i dati raccolti hanno evidenziato che: • l’area epicentrale del terremoto del 2018 è stata interessata in passato da scenari di danno comparabili, che hanno tuttavia interessato settori meno estesi della Faglia di Fiandaca; le maggiori analogie circa la distribuzione ed estensione del danneggiamento, sono riferibili al terremoto dell’agosto 1894 (I max 8-9 EMS, M w 4.6); • tra le località maggiormente colpite, l’abitato di Fleri risulta danneggiato nei fabbricati che furono già riparati o “adeguati sismicamente” dopo il sisma dell’ottobre 1984 (I max 8 EMS, Fig. 2 - Fleri (sx): rottura dei tramezzi in un edificio in c.a. (cl. C); Mazzasette (dx): rottura dei pilastri e crollo delle tramezzature (grado di danno 4) in un edificio in c.a. (cl. C).

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