GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale
462 GNGTS 2019 S essione 2.2 IL MONITORAGGIO DINAMICO DEI PONTI ESISTENTI F. Santamato, M.R. Pecce, V. Pepe Università degli Studi del Sannio, Dipartimento di Ingegneria Civile, Benevento, Italy Introduzione. Il monitoraggio delle infrastrutture mediante sensori offre attualmente grandi potenzialità di effettuare una gestione e manutenzione dei ponti affidabile poiché non si basa su ispezioni periodiche e visive ma su un continuo o molto frequente controllo dello stato di salute dell’opera. Tuttavia la sua efficacia dipende dalle tecniche di monitoraggio, dal numero, tipo e posizione dei sensori, ma soprattutto per una diagnostica efficace è di fondamentale importanza il modello numerico che viene utilizzato per individuare i fenomeni di degrado/danno (damage dection). Tale ultimo aspetto è ancora più rilevante quando si adottano tecniche di monitoraggio basate sull’identificazione dinamica. In questo caso la risposta strutturale del ponte viene definita attraverso le sue proprietà dinamiche e quindi la calibrazione della modellazione assume un ruolo primario per definire il comportamento strutturale del ponte e verificarne la sicurezza anche sotto carichi statici. In questa breve nota si illustrano i principali risultati della calibrazione di un modello di un ponte esistente in c.a.p. confrontando le informazioni ottenute da una prova dinamica e da una prova di carico. Questa opportunità è particolarmente interessante per verificare le potenzialità del monitoraggio dinamico che sicuramente si presenta più semplice ed economico di una prova statica. Descrizione del ponte. Il caso studio è quello di un ponte realizzato negli anni ’50 del secolo scorso con un sistema innovativo, per l’epoca di costruzione, di impalcato costituito da 4 cassoni precompressi. Le pile sono in c.a. realizzate con 8 colonne di sezione rettangolare variabile lungo l’altezza incernierate alla base in una fondazione superficiale. Lo schema statico finale iperstatico è costituito da un telaio simmetrico di campata 80m e 2 sbalzi di lunghezza 20m. La precompressione è stata applicata mediante 256 cavi composti da 27 fili allineati con diametro φ5 disposti sia in modo rettilineo nella soletta superiore e inferiore sia con configurazione curva nelle anime dei cassoni. Dall’esame del progetto è emerso che la costruzione dei cassoni è stata eseguita per conci di circa 2m di lunghezza, ma soprattutto che la precompressione è stata applicata in una fase transitoria in cui l’impalcato era semplicemente appoggiato sulle colonne mediante dei rulli in acciaio in modo da non avere reazioni vincolari (spinte sulle pile) per effetto della precompressione. Successivamente è stata realizzata la solidarizzazione con un getto di calcestruzzo tra impalcato e colonna in modo che lo schema fosse iperstatico per i carichi permanenti non strutturali e da traffico (Fig. 1). Fig. 1 - Configurazione del ponte. Identificazione dinamica del ponte. La prova dinamica è stata svolta con eccitazione ambientale applicando il metodo di analisi (OMA) per l’identificazione dei parametri dinamici della struttura. La strumentazione utilizzata è costituita da accelerometri triassiali piezoelettrici con tecnologia MEMS che campionano ad una frequenza prefissata di 1024 Hz. Sono stati considerati 30 punti di misura indagati in 8 setup di prova costituiti da 5 accelerometri. Le accelerazioni sono state acquisite in presenza di sollecitazioni ambientali (vento, passaggio di
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