GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale

GNGTS 2019 S essione 2.3 515 agisce su scale temporali molto lunghe (migliaia-milioni di anni) e, negli ultimi 2500 anni, nel settore orientale della pianura, si attesta su valori di 2-3 mm/a (Gambolati e Teatini, 1998). La subsidenza naturale della zona è riconducibile a due componenti principali: - la dinamica delle placche, ovvero le deformazioni legate all’evoluzione della catena appenninica di cui il bacino Adriatico centro-settentrionale costituisce l’avanfossa più recente; - la compattazione dei depositi di riempimento del bacino padano, con particolare riferimento a quelli plio-pleistocenici, il cui spessore e carico sedimentario sono esternamente variabili in funzione dell’assetto strutturale del substrato (da poche centinaia di metri, in corrispondenza delle pieghe, fino a 5000-6000 metri, nei depocentri). Apartire dal secolo scorso, il fenomeno della subsidenza è stato accelerato da fattori antropici, che agiscono in modo più rapido e puntuale rispetto ai fattori naturali sopra descritti. L’area di studio del progetto si trova sia in aree soggette a raccorciamento connesso alla formazione della catena appenninica, sia in aree caratterizzate da distensione causata della flessurazione della placca Adria, in subduzione al di sotto della catena appenninica. Per valutare con accuratezza l’influenza dei fattori antropici sulla subsidenza nelle aree marino-costiere nella zona indagata, è stato necessario considerare il quadro tettonico regionale dell’area in cui ricadono gli impianti di produzione a gas, caratterizzato dai sopracitati processi geodinamici in atto. Il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Roma “La Sapienza”, in base agli accordi in essere con la DGS-UNMIG, e in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture (Politecnico di Torino) ha sviluppato uno studio per la ricostruzione dell’assetto geologico 3-D delle principali superfici stratigrafiche utilizzando ed elaborando i dati pubblici di sottosuolo. Inoltre, per l’area in esame, l’ENI S.p.A. ha messo a disposizione del network Clypea una serie di stazioni CGPS localizzate sulle infrastrutture marine nell’Adriatico settentrionale. Tra tutte le stazioni CGPS disponibili, l’ENI ha selezionato quelle per le quali lo spostamento orizzontale dovuto alle operazioni di emungimento sia il meno rilevante. L’obiettivo di questa selezione è quello di ottenere dei valori di spostamento orizzontali con il minor risentimento possibile delle attività estrattive. Si è quindi proceduto ad interpretare le linee sismiche e i dati di pozzo disponibili per l’Adriatico settentrionale al fine di costruire un modello geologico 3-D di sottosuolo per l’area coperta dalle stazioni CGPS. Il modello geologico-strutturale così ricostruito è stato utilizzato, in collaborazione con l’INGV che ha elaborato i dati CGPS, per definire con accuratezza il dominio tettonico su cui ogni stazione CGPS ricade in modo da poter analizzare, in un contesto tettonico appropriato, le soluzioni delle stazioni CGPS. Analisi delle deformazioni superficiali attraverso dati SAR. Nella zona onshore/offshore nella zona di Ravenna, in prossimità di Lido Adriano e Lido Dante il CNR-IREA ha lavorato utilizzando la tecnica avanzata di Interferometria Differenziale Radar ad Apertura Sintetica (DInSAR), nota come SBAS (Small BAseline Subsets) (Berardino et al. , 2002), ai dati SAR acquisiti dai sensori ERS-1/2 ed ENVISAT dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) nel periodo 1995-2010, e mediante dati SAR acquisisti dalla costellazione Sentinel-1 del Programma Europeo Copernicus nel periodo 2015-2018. In particolare, i risultati ottenuti, quali mappe e serie storiche di deformazione, hanno fornito informazioni sulla distribuzione spaziale e sull’evoluzione temporale degli spostamenti superficiali nell’area onshore in esame nei due intervalli di tempo analizzati; inoltre, hanno permesso di osservare le deformazioni superficiali relativamente ad alcune piattaforme offshore del Ravennate. Tali risultati, seppur preliminari, costituiscono un elemento rilevante per lo studio e la comprensione dei processi geodinamici avvenuti e tuttora in atto nelle aree marino-costiere dell’onshore ed offshore emiliano. Analisi su metodi geodetici di misura e calcolo avanzato per il montioraggio onshore e possibile estensione ad aree marino costiere. Nell’area del Lido di Dante, INGV e DICAM hanno lavorato su diversi fronti: - la validazione delle procedure di monitoraggio geodetico tramite la raccolta e

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