GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale

GNGTS 2019 S essione 2.3 517 Bibliografia Antoncecchi I., Ross G., Ciccone F., Carminati E., Morelli A., Pezzo G., Macini P., Gandolfi S., Lanari R., Manzo M., Moia F., Verga F., Perini L., Severi P., Petracchini L., Billi A.: Studio multidisciplinare per la valutazione delle deformazioni del suolo connesse alle attività di produzione di idrocarburi in aree dell’offshore emiliano romagnolo finalizzato allo sviluppo di un modello per il monitoraggio integrato. Atti di Convengo GNGTS, 2018 Sessione 2.3. pagg 501-503. Berardino, P., Fornaro, G., Lanari, R., Sansosti, E.; 2002: AnewAlgorithm for Surface Deformation Monitoring based on Small Baseline Differential SAR Interferograms. IEEE Trans. Geosci. Remote Sens, 40, pp. 2375-2383. Carminati E., Doglioni C., Scrocca D.; 2006: I fragili equilibri della Pianura Padana. Le Scienze, 450/febbraio 2006. Dialuce G., Chiarabba C., Di Bucci D., Doglioni C., Gasparini P., Lanari R., Priolo E., Zollo A.; 2014: Indirizzi e linee guida per il monitoraggio della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle pressioni di poro nell’ambito delle attività antropiche. Rapporto Tecnico 2014/11. Gambolati G., Teatini P.; 1998: Numerical analysis of land subsidence due to natural compaction of the Upper Adriatic Sea basin. In: Gambolati G. (ed) CENAS, Coastline evolution of the upper Adriatic Sea due to sea level rise and natural and anthropogenic land subsidence. Kluwer Academic Publishing, Water Science & Technology Library N. 28, pp. 103–131. https://unmig.mise.gov.it/index.php/it/ MICROSISMICITÀ OSSERVATA NELL’AREA GEOTERMICA DEL MONTE AMIATA (TOSCANA) T. Braun 1,2 , M. Caciagli 1,2 ,S. Cesca 4 , D. Famiani 2 , T. Dahm 4 1 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Arezzo, Italy 2 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma, Italy 3 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Bologna, Italy 4 Geoforschungszentrum GFZ-Potsdam, Germany Il Monte Amiata, ubicato nella porzione sud-occidentale della regione Toscana, è un edificio vulcanico che si è strutturato durante la parte finale del Pleistocene medio (350 - 200 ka; Laurenzi et al., 2015; Principe et al., 2018) al di sopra delle unità tettoniche strutturatesi durante le fasi mio-plioceniche dell’orogenesi appenninica. La distribuzione dei centri eruttivi sembra essere controllata da una zona di debolezza strutturale plio-pleistocenica, orientata circa NE- SW, che interessa sia i depositi vulcanici che le unità strutturali sottostanti (Brogi e Fabbrini, 2009, Brogi et al., 2015; Piccardi et al., 2017, Principe et al., 2018). Il gradiente geotermico è caratterizzato da valori molto alti (fino a 15°/100m), rendendo l’area particolarmente idonea per la produzione di energia geotermica. La produzione geotermica iniziò a partire dal 1960. Attualmente, gli impianti produttivi di ENEL- Greenpower di Bagnore e Piancastagnaio (Fig. 1), sfruttano un serbatoio geotermico collocato tra i 2000 e i 3500 metri di profondità rispetto al piano campagna. Il Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI; Rovida et al., 2016 riporta, tra il 1287 e il 1940, 13 terremoti con una magnitudo equivalente compresa tra 4.5 £ M e £ 5.3 che hanno causato danneggiamenti fino al grado VIII MCS (Fig. 1), evidenziando un’attività sismica naturale e capace di causare seri danneggiamenti, ben prima dell’inizio dello sfruttamento geotermico dell’area. La sismicità recente, registrata dalla rete sismica nazionale dell’INGV (Castello et al., 2006; http://cnt.rm.ingv.it) , riporta meno di 150 terremoti nell’area amiatina negli ultimi 25 anni, di cui 35 eventi con M L ≥ 1.5. Tra questi, il terremoto del 1.4.2000 (M d =4.0; http://cnt.rm.ingv. it/event/1132509) causò danni ad oltre 50 edifici, e la prossimità dell’epicentro con l’impianto di produzione di Piancastagnaio sollevò l’ipotesi di una sua natura antropogenica (Mucciarelli et al., 2001). Braun et al. (2018) hanno ricalcolato ipocentro e meccanismo focale di questo

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