GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale

518 GNGTS 2019 S essione 2.3 evento, collocandolo ad una profondità prossima al serbatoio di produzione, giungendo però alla conclusione che non sia possibile, per questa via, discriminare la sua natura antropogenica o meno. In generale, rispetto alle profondità tipiche della sismicità crostale osservata in Toscana (tra circa 5 e 13 km) gli ipocentri degli eventi sismici registrati nell’area amiatina hanno delle profondità simili a quelle di produzione (< 5 km). La bassa densità della rete di monitoraggio INGV in quest’area del territorio nazionale (Fig. 1) è causa, comunque, di una bassa capacità di rilevazione ( detection ) sismica e di una altrettanto bassa capacità di risoluzione ipocentrale. Per migliorare le capacità di detection e di monitoraggio sismico nell’area del Monte Amiata, nel periodo 2015 - 2018 abbiamo installato una rete locale composta da 8 stazioni in vicinanza delle centrali di produzione geotermica di Bagnore e Piancastagnaio. L’obiettivo dell’esperimento era quello di abbassare la magnitudo di completezza e di comprendere meglio l’origine della sismicità in vicinanza degli impianti di estrazione, cercando di discriminare tra sismicità naturale e eventi sismici antropogenici. A questo scopo, abbiamo applicato una metodologia di analisi automatica, scansionando l’enorme dataset con un nuovo e robusto approccio di detection e localizzazione, chiamato waveform beam-forming grid search approach (LASSIE; Heimann et al., 2017). In uno step successivo, gli eventi sismici associati vengono rilocalizzati con un waveform-based locator (LOKI: Grigoli et al., 2014). Il catalogo sismico così ottenuto, aggiornato e molto più completo Fig. 1 - Mappa dell’area geotermica del Monte Amiata.

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