GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale

GNGTS 2019 S essione 1.1 41 a S. Marina Salina), si verificarono lesioni più o meno gravi in molti edifici. Malfa. Oltre ai danni più o meno significativi segnalati per le abitazioni di tutto il comune, nel paese di Malfa sono rimasti gravemente danneggiati alcuni edifici, tra i quali la caserma della Guardia di Finanza e la chiesa parrocchiale. Pollara. Dall’inizio si ebbe la percezione che i danni maggiori si riscontrassero nel paese di Pollara (frazione del comune di Malfa), dove erano crollate alcune vecchie case e numerose altre rimassero gravemente danneggiate. Si dice che avevano patito gravi danni quasi tutte le case d’abitazione e che erano crollati alcuni soffitti. In particolare, si dice che tutte le circa ottanta case di Pollara sono rimaste danneggiate, ma che solo una cinquantina di esse era effettivamente abitata al momento del terremoto, mentre le altre erano state abbandonate per causa della forte emigrazione della popolazione verso le Americhe e l’Australia. Un resoconto di L’Unità dice che solo undici case erano rimaste lievemente danneggiate, mentre la maggioranza doveva essere demolita. Inoltre, si verificò la caduta di grossi massi dal sovrastante Monte de Porri, i quali, franando, distrussero vecchi casolari di campagna. Rinella. Poche notizie si hanno sugli effetti del terremoto nel porto di Rinella. Oltre alle note generiche sui danni generalizzati nelle abitazioni dell’isola, le cronache accennano soltanto a danni nella parrocchia e nella stazione della Guardia di Finanza, senza definirne la gravità. Santa Marina Salina. Poche notizie forniscono le cronache su questo paese, il principale porto dell’isola. Oltre ai danni più o meno generalizzati nelle abitazioni di tutta l’isola, si dice solo che ha sofferto danni minori rispetto a Pollara; tuttavia si sarebbe verificato qualche crollo. Secondo De Panfilis (1959), anche in questa località (come a Lingua), si verificarono lesioni più o meno gravi in molti edifici. Altre isole. Le cronache consultate non segnalano con precisione gli eventuali effetti nelle altre isole dell’arcipelago o in Sicilia. Solo una corrispondenza della sera del 30 dicembre riferisce che le scosse più violente sono state avvertite anche nelle isole di Filicudi, Lipari e Stromboli, senza però offrire altri dettagli. Invece De Panfilis (1959), pur avvertendo sulle poche notizie possedute sugli effetti del terremoto nelle altre isole, afferma che a Lipari il movimento tellurico fu generalmente avvertito, ma senza destare alcuna apprensione, mentre è stato più leggermente avvertito nelle isole di Panarea, di Filicudi e di Vulcano. Effetti ambientali. Oltre alla caduta di massi dal Monte de Porri, accennata per la zona di Pollara, gli unici effetti ambientali accennati dalle corrispondenze giornalistiche sono le fenditure “nelle piccole vie dei centri di Malfa, Leni, Pollara e Santa Marina” che si sono aperte con le successive sosse. A differenza del terremoto del 1926, per il quale si riferisce un maremoto, in questo caso non si accenna a nessun effetto di questo tipo, escludendo la preoccupazione suscitata per un effetto di “alta marea”. Le notizie concordano che non si dovette lamentare nessuna vittima e che la maggior parte della popolazione, dopo la forte scossa del 27 mattina, cominciò a cercare rifugio fuori dall’isola. Si dice che dei 1672 abitanti dell’isola, ne siano riamasti circa 400. Le cronache aggiungono che lo stato di apprensione della popolazione dell’arcipelago si era aggravata con la ripresa, la mattina del 29 dicembre, dell’attività dello Stromboli, con colate laviche dalle tre bocche che dalla sciara del fuoco arrivavano fino al mare. All’ultimo dell’anno, con il diradarsi delle scosse, era tornata una certa calma nell’isola, la quale permise agli esperti di fare le prime ricognizione degli effetti. L’attribuzione dell’intensità. Attraverso la mappa isosismica, De Panfilis (1959) divide l’isola in tre livelli d’intensità macrosismica. All’estremo nord-occidentale dell’isola, corrispondente a Pollara, attribuisce il 7° grado Mercalli. Alla regione centrale, che comprende i paesi di Malfa, Leni e Rinella (e il Monte dei Porri), attribuisce un’intensità indeterminata tra il 6° e il 7° grado. Alla frangia orientale, che comprende le località di S. Marina Salina e di Lingua (e la cima del monte Fosse delle Felci), attribuisce un’intensità del 6° grado. Tuttavia, solo per Pollara esplicita i motivi della scelta, sostenendo che attribuisce a questo paese il 7° grado “anche se gli effetti dinamici sulle abitazioni possono indurre a giudicarla più alta”. La

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