GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale

GNGTS 2019 S essione 3.1 587 prodotto un modello geologico. Le superfici geologiche sono state tracciate manualmente. Esse derivano da un’interpretazione geologica cognitiva, frutto di conoscenze geologiche pregresse abbinate alla capacità di interpretare sezioni 2D di resistività elettrica. I dati di resistività, usati come base per l’interpretazione geologica, derivano delle inversioni descritte in precedenza. Le diverse formazioni rocciose ed i depositi sedimentari possono essere discretizzati in funzione della resistività. Questi presentano differenti range resistivi ottenuti da sondaggi elettrici in pozzo: il Buckinghorse ed il Sully (argilliti) mostrano una chiara risposta conduttiva (<20 Ωm), il Dunvegan (arenaria) mostra una risposta resistiva (50-100 Ωm), mentre il Sikanni (arenarie alternate a siltiti) mostra una risposta ambigua, generalmente resistiva (30-40 Ωm). Per la copertura sedimentaria i valori tipici sono compresi tra i 50-100 Ωm per i depositi glacio-fluviali, mentre sono inferiore di 40 Ωm per i glacio-lacustri. Le superfici così effettuate rappresentano la base ed il tetto delle diverse formazioni, fatta eccezione della superfice al disotto del tetto del Buckinghorse. Essa rappresenta la DOI (Depth of Investigation) ovvero la profondità oltre la quale il sistema non mostra più sensitività. Non è possibile dunque, in questo modello, arrivare alla base del Buckinghorse. Oltre ai dati di resistività sono stati utilizzati anche dati di gamma ray da pozzo. Questi, nonostante siano dati puntuali, forniscono un confronto con i dati AEM permettendo di valutarne anche i limiti. Risultati delle inversioni. La figura 2 mostra i risultati delle diverse inversioni ottenuti da una linea di volo. Da essa è possibile notare le caratteristiche principali di ognuna di esse: la Smooth (Fig. 2), rispetto alle altre inversioni, mostra una maggior variabilità verticale di resistività. Ciò risulta funzionale ad esprimere le sottili variazioni litologiche tipiche della copertura sedimentaria. D’altro canto questo tipo di approccio può risultare problematico nel tracciare i contatti verticali netti tra le diverse formazioni rocciose. Questa difficoltà può essere individuata al passaggio tra lo strato resistivo (Dunvegan) con resistività di 80-100 Ωm ed il conduttivo sottostante (Sully) di circa 10-20 Ωm, dove tra l’uno e l’altro il codice di inversione Smooth introduce uno strato sottile fittizio di 30-40Ωm. La Few layers (Fig. 2) risulta particolarmente favorevole per rappresentare i contatti netti tra le diverse formazioni rocciose. Dalla figura 2 si nota che il contatto tra Dunvegan e Sully risulta essere netto. Il limite di quest’approccio sta nell’introduzione di artefatti ogni qual volta la geologia assume una complessità variabile, e di conseguenza lo starting model risulta inadeguato. Ad esempio, come in figura 2 ad un’altezza di 2000 m, gli strati da parametrizzare sono più di quattro. Ciò introduce uno strato conduttivo che complica l’interpretazione finale. La Sharp (Fig. 2) mostra una variabilità verticale di resistività maggiore rispetto alla Few layers. Essa comunque non è tale da rappresentare nel modo migliore possibile le sottili variazioni litologiche insite nella copertura sedimentaria, come invece è possibile osservare Fig. 1 - Sinistra: carta regionale del nord-est British Columbia. L’intera area del progetto Peace è delimitata in nero. Desta: estratto della carta geologica 1:200.000 redatta da Petrel e Robertson con zoom sull’area di studio (22 km x 19 km) delimitata in arancione. (Petrel Robertson Consulting Ltd. 2015).

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