GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale

608 GNGTS 2019 S essione 3.2 In questo settore, quale indagine preliminare e di tipo non distruttivo, trova una notevole diffusione il rilievo georadar (GPR) proprio per la sua utilità nell’individuare strutture e manufatti sepolti senza incorrere nella realizzazione di un numero eccessivo e dispendioso di pozzetti esplorativi in punti anche poco promettenti a causa della notevole incertezza sulla precisa localizzazione delle strutture. L’interesse nelle ricerche archeologiche ha permesso lo sviluppo di metodologie di indagine sempre più accurate (Lualdi et al. , 2003; Lualdi et al. , 2004) che trovano anche applicazione nella tradizionale pratica geologica professionale. In questo articolo si vuole riportare un caso studio di un’area di distribuzione carburanti situata nel Piemonte nordorientale (Comune di Novara), attualmente dismessa, dove l’analisi precisa di anomalie elettromagnetiche nel sottosuolo è fondamentale per gli interventi di bonifica. L’indagine elettromagnetica GPR. L’indagine elettromagnetica GPR (Ground Probing Radar) costituisce una metodologia di indagine geofisica non invasiva del terreno in alta risoluzione e in profondità. Tale metodologia consente di rilevare qualunque anomalia presente nel sottosuolo, sulla base del contrasto elettromagnetico tra i materiali presenti nel sottosuolo (metalli, calcestruzzo, laterizi, pvc, polietilene etc.) e il sottosuolo stesso. Il principio di funzionamento del GPR consiste nell’inviare nel sottosuolo brevi impulsi di onde elettromagnetiche (1-2 nsec) ad alta frequenza (25MHz-2000 MHz) attraverso l’utilizzo di una antenna trasmittente e nel ricevimento degli echi riflessi (connessi a fenomeni di riflessione, rifrazione e diffrazione delle onde elettromagnetiche) dalle superfici di discontinuità di materiali con differenti caratteristiche dielettriche (permettività elettrica). Si analizza quindi la risposta della parte di energia che viene riflessa in corrispondenza delle discontinuità del mezzo e che ritorna in superficie, dove viene captata da una antenna ricevente. La profondità di penetrazione del segnale e la sua risoluzione dipendono dalla frequenza delle antenne utilizzate, dalle proprietà elettromagnetiche del terreno e dalle caratteristiche degli oggetti bersaglio. Sito di indagine. Caratteristiche dell’area di indagine. Il sito oggetto dell’indagine GPR mostra una morfologia subpianeggiante con diverse irregolarità altimetriche dell’ordine di ± 50 cm riconducibili all’irregolare compattazione del materiale di riporto, costituito da misto granulare/laterizi, derivante della rimozione dell’impianto di distribuzione carburanti. Nel sottosuolo di tale area sono tuttavia presenti dei sottoservizi (tubazioni, vasche, cisterne, strutture di fondazione) che potrebbero comportare problematiche in vista di un futuro riutilizzo del terreno. A tale scopo è stata effettuata una accurata indagine GPR che, attraverso l’emissione di onde elettromagnetiche, ha consentito di verificare la presenza di oggetti nel sottosuolo. Caratteri geologici del sito di indagine. L’area in esame, corrispondente al settore nordorientale della Pianura Padana Piemontese, caratterizzata da un’altimetria gradualmente decrescente dai 350 m s.l.m. dei suoi settori occidentali e settentrionali a circa 100 m s.l.m. nei settori più orientali. La morfologia di questo settore di pianura appare caratterizzata da superfici terrazzate raccordate ai rilievi collinari del Monferrato profondamente dissecate dagli affluenti del F. Po. Il sottosuolo appare costituito da una potente successione di sedimenti prevalentemente incoerenti, connessi ad un ambiente marino, deltizio e fluviale, individuabili nelle stratigrafie dei sondaggi (Boni e Casnedi, 1970; Bortolami et al. , 1976; Liborio et al. , 1967). Il termine inferiore della successione marina osservabile nelle stratigrafie è rappresentato dalle “Argille di Lugagnano”, corrispondenti a silt argillosi e marne sabbiose di colore grigio- azzurro, ricchi di microfossili, deposti in ambiente marino profondo. Al di sopra si sviluppano le “Sabbie di Asti”, corrispondenti a sabbie fini di colore giallastro con stratificazione piano- parallela, ricche di macrofossili, deposte in ambiente marino litorale. Questi due corpi sedimentari, alla luce delle più recenti interpretazioni geologiche, sono riferibili rispettivamente al Pliocene inferiore (Piacenziano) e al Pliocene inferiore-medio (Zancleano) (Dela Pierre

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