GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale

GNGTS 2019 S essione 3.2 637 alla redazione del “Piano di gestione delle Acque” della Regione Siciliana per numerosi bacini idrogeologici del territorio siciliano attraverso la definizione di modelli concettuali da sviluppare, previo approfondimento del quadro conoscitivo esistente, con l’effettuazione di indagini geologiche, idrogeologiche, geofisiche, idrogeochimiche ed isotopiche. In questo contesto, è stato analizzato il corpo idrico sotterraneo della “fiumara di Caronia” attraverso numerose indagini geofisiche integrate con dati stratigrafici. Il corpo idrico sotterraneo della “fiumara di Caronia”. Il corpo idrico della fiumara di Caronia (CCI), ricade nel settore centro-orientale della “Sicilian Fold and Thrust Belt” (SFTB), edificio tettonico con andamento W-E e vergenza meridionale (Gasparo Morticelli et al. , 2015) ed in particolare nel settore centro-settentrionale del complesso dei Monti Nebrodi. L’assetto stratigrafico-strutturale dei Monti Nebrodi risulta caratterizzato dalla presenza di varie unità tettoniche che interessano una porzione tra le più elevate geometricamente del sistema di catena presente sul territorio siciliano. Al di sopra di queste sono presenti delle coperture post collisionali ed a cappello della successione; chiudono i depositi quaternari ed Olocenici. Questi ultimi caratterizzano il CCI (Fig. 1 in alto) che comprende un’area di piana, adiacente al mare, confinata all’incirca tra lo spartiacque del Vallone Canneto ad Ovest e la foce del Torrente Buzza ad Est. L’area si estende per una lunghezza di circa 15 km lungo la costa mentre procedendo verso l’entroterra il bacino si estende in larghezza per circa 16 km racchiusi in un perimetro di circa 33 km. Il CCI è quasi interamente occupato da depositi continentali e transizionali del Pleistocene Medio-Olocene quali depositi alluvionali attuali e recenti e depositi di piana alluvionale, nell’area occupata dall’attuale letto della fiumara e nell’area golenale, e da depositi di piana litorale e di spiaggia nell’area prospicente la costa tirrenica. Questi depositi sono bordati inferiormente dalle successioni impermeabili Flychoidi Oligo-Mioceniche (Flysch Numidico e Flysch di Reitano) che costituiscono il limite inferiore dell’acquifero del corpo idrico per limite di permeabilità. L’area appare inoltre interessata dalla presenza di numerosi lineamenti tettonici (di natura distensiva, compressiva e trascorrente) che hanno avuto genesi dall’ Oligocene sino al Pleistocene e che in parte ancora interessano con la loro attività l’area di Caronia, nota per possedere un certo grado sismicità. Costruzione del modello geofisico e idrologico del corpo idrico sotterraneo della “fiumara di Caronia”. In una prima fase del lavoro sono stati consultati dati pregressi riguardanti le caratteristiche geologico- stratigrafiche dell’area tra cui anche n°5 perforazioni. Le informazioni desunte, unite al rilevamento su campo ed alla analisi della cartografia ufficiale, sono state le basi per una iniziale conoscenza delle caratteristiche geomorfologiche e geologiche del settore che ha anche portato alla realizzazione di tre sezioni geologiche che hanno fornito un primo modello di sottosuolo utile per la definizione, il confronto e la calibrazione dei modelli interpretativi delle indagini eseguite successivamente. In seguito sono stati presi in considerazione n°6 sondaggi di sismica a rifrazione e n°17 sondaggi elettrici verticali eseguiti negli anni settanta nell’ambito di un progetto finanziato dal CASMEZ (Cassa per il Mezzogiorno). In particolare le indagini SEV afferenti il CCI sono state rielaborate tramite l’utilizzo del software ZondIP1D che ha permesso l’inversione dei dati seguendo il metodo dei minimi quadrati. Le inversioni sono state eseguite avendo cura di limitare le eterogeneità laterali e vincolando i SEV, ove possibile, con i dati stratigrafici ottenuti dalle perforazioni. Nelle zone caratterizzate da un andamento geologico più regolare è stato usato un algoritmo di inversione di tipo 1.5D, in cui il modello di sottosuolo è considerato con stratificazione quasi orizzontale per lo strato più profondo, mentre la parte più superficiale della sezione può presentare variazioni laterali più nette. In considerazione di queste indicazioni una finestra comprendente tre o più SEV adiacenti viene invertita simultaneamente da ZondIP1D dando maggior peso ai punti centrali della curva per il calcolo del misfit. Le informazioni monodimensionali relative ai singoli S.E.V sono state interpolate tra loro per la realizzazione di n° 8 sezioni geoelettriche ed è stato realizzato un modello geoelettrico 3D (Fig. 2).

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